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Coriano, Oreste Godi: “Noi, la sinistra vera contro i candidati di plastica”

Oreste Godi, 52 anni, nato a Parma ma da 17 anni residente a Coriano e insegnate di storia e filosofia al liceo Volta Fellini di Riccione, è il candidato a sindaco di Coriano Sinistra Unita. Iscritto a 14 anni alla Federazione Giovanile Comunista, poi nella Cgil, iscritto all’Anpi. Anche  a lui abbiamo rivolto alcune domande in vita delle elezioni dell’ giugno.

Cosa vuol dire essere di sinistra nel 2017 e soprattutto cosa vuol dire esserlo a Coriano?

«Potrei iniziare con la risposta classica ovvero essere progressista, stare con il popolo, con gli ultimi, cambiare le cose per realizzare una società giusta di persone uguali e liberi, so che può sembra una risposta retorica, ma lo è solo se non ci credi. Esserlo a Coriano sostanzialmente è la stessa cosa, dobbiamo muovere le cose affinché il tutto si muova secondo questo ideale, so che è un sogno ma è anche un progetto».

Come mai è saltato l’accordo con la Lista “Insieme per Coriano”?

«Siamo stati i primi ad essere contattati dal Partito Democratico per fare una Lista anti-Spinelli, ma per noi una lista che si base sull’ “anti”, non ha senso. Posso dire che la Spinelli per 4 anni e mezzo non ha fatto praticamente nulla, per poi muoversi solo gli ultimi 6 mesi. Coriano ultimamente si riempie di pirotecnici, di fuochi d’artificio se ne vedono di tutti i tipi, e la cosa mi infastidisce non poco, al tal punto che circa due settimane fa ero sul punto di ritirarmi. La politica delle apparenze, dei fuochi d’artificio, delle frasi vuote non è di mio gradimento. I miei avversari stanno incarnando la peggior politica, si parla sempre di NUOVA politica, di cambiamenti ma giusto per citare un esempio, la passerella con tanto di stretta di mano con l’ex ministro di turno non è una cosa che vedo di buon occhio. Oltre a tutto questo, c’è una differenza sostanziale nei due programmi, noi avevamo e abbiamo tutt’ora delle idee ben precise per contrastare l’inceneritore, dall’altra parte invece, tutto questo veniva captato come una minaccia, basti pensare che al solo nominare Hera, qualcuno nel PD diventava bianco. Dato che le fondamenta per una lista comune non erano salde, abbiamo optato per andare da soli».

Il PCI Corianese è stato una potenza fino agli anni 90; Il PD, che può considerarsi il figlio legittimo (o illegittimo), ora è quasi inesistente. Come si è arrivato a tutto questo?

«Sinceramente non lo so, ma posso dirti che sono passati da 1500 iscritti a 17, o almeno è quello che mi risulta, ma a parte i numeri, la situazione è sconfortante. Devo dire che tutto questo è lo specchio del malessere della politica che ovviamente si ripercuote sui partiti. A parte questo, la diagnosi è molto semplice, si sono persi i cromosomi di sinistra».

Come giudichi l’operato della Spinelli?

«Sostanzialmente negativo, dato che hanno fatto veramente poco. Uno dei motivi che porta a questo giudizio è che erano impreparati a vincere e di conseguenza erano impreparati a governare. Per 4 anni e mezzo ha fatto normale amministrazione, nonostante una mala gestione con il disavanzo che poteva essere spalmato su più anni. Come potevano essere evitate le alienazioni di alcuni terreni; non è un mistero che l’Acer vuole tornare ad investire nella Provincia di Rimini, ma visto che non ci sono spazi, Coriano non avrà nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Abbiamo perso l’ultima occasione con il Campo Vecchio, fare peggio della Matricardi era difficile, ma l’attuale Amministrazione c’è riuscita ed è quasi un miracolo».

Come è possibile superare il termovalorizzatore di Raibano e riconvertirlo ad un altro tipo di lavorazione di rifiuti?

«Questo è il tema più ambizioso e sicuramente più difficile ma, non impossibile. Lo strumento cardine per arrivare alla soluzione del problema è la Democrazia Partecipata, ovvero il coinvolgimento della cittadinanza. Innanzitutto bisogna interrompere il circolo vizioso che ha come punto di partenza il fatto che Hera guadagna raccogliendo i rifiuti, poi produce profitti quando incenerisce i rifiuti rivendendo l’energia elettrica prodotta, ed infine guadagna bruciando rifiuti già differenziati. Bisogna partire fin da subito a riconvertire l’impianto riducendo il più possibile il materiale rifiuto non differenziabile e non riutilizzabile, per poi passare da impianto di incenerimento a impianto di indifferenziazione e riciclo. Per fare questo occorre creare progetti intercomunali ad hoc per il riciclo, gestendo “in house” il servizio di raccolta rifiuti, con conseguente aumento di posti di lavoro».

Durante la presentazione hai detto che Coriano deve prendere le distanze dai poteri forti. Chi sono i poteri forti a Coriano?

«Uno lo abbiamo appena citato, ed è Hera. L’altro, dato che poco fa parlavo dei candidati di plastica, e visto che la plastica si fa con gli idrocarburi, l’altro nome è un’azienda che tratta idrocarburi esausti. Per il ruolo che hanno nel territorio sono presenze ingombranti che possono influenzare la vita politica e sociale di ognuno di noi».

Infrastrutture: avete un grande progetto per Coriano?

«Un grande progetto no, anche perché non ci piace vendere fandonie ma sicuramente un grande progetto può essere l’agevolazione del trasporto pubblico che colleghi le frazioni con il capoluogo per poi collegare Riccione e San Marino».

Questione causa con i dipendenti del Comune: cosa farebbe al posto dell’attuale Sindaco?

«Situazione molto difficile, basta entrare in Comune per capire che aria si respira. Oltre ad esser difficile, è tutto molto grottesco, basti pensare che all’ultimo dibattimento, la parte che rappresenta il Comune ha chiesto la sospensione per iniziare un percorso di conciliazione. Ebbene tutto questo poteva essere evitato fin dall’inizio, scongiurando una causa in tribunale, ma evidentemente non è stata fatta la scelta giusta. Ora non rimane che indire dei tavoli di lavoro per conciliare le parti contraenti con la consulenza tecnica di consulenti del lavoro e ovviamente con la partecipazione di tutte le forze sindacali».

Domanda alla Nanni Moretti: 3 cose di Sinistra che farebbe Godi da Sindaco?

«1. Organizzare subito un percorso di democrazia partecipata;
2. L’Omologazione efficace dei servizi pubblici;
3. Cultura e Istruzione».

Fabio Bacchini

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