Sono stati condannati dal Tribunale di Rimini i responsabili dell’uccisione di un esemplare di lupo, barbaramente esposto alla fermata di un autobus a Coriano il 4 novembre del 2017.
Di un anno e sei mesi di reclusione, nove mesi e un anno di reclusione le pene inflitte ai tre responsabili dell’uccisione del povero animali, i reati contestati sono quelli di uccisione di animali, furto venatorio e macellazione abusiva. Nei dettagli, gli imputati hanno patteggiatto, ammettendo di aver commesso il fatto.
A seguito del ritrovamento del cadavere dell’animale, grazie alle ampie e accurate indagini dei Carabinieri Forestali di Rimini, con il supporto del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF), e alle relative evidenze di laboratorio, gli inquirenti avevano individuato le tre persone oggi condannate. Si tratta di un 83enne, titolare di un’azienda agricola, del figlio 43enne, e di un dipendente di 38 anni. Tra i reati contestati, oltre all’uccisione di animali (ex artt. 554 bis c.p.) anche il furto venatorio aggravato (artt. 110, 624, 625), l’uccisione di specie protetta (110 e art.727 bis) e, non ultimi, anche la macellazione abusiva, il maltrattamento degli ovini allevati perché uccisi senza preventivo stordimento e l’abbandono rifiuti speciali, come pelli, carcasse, interiora.
“Accogliamo l’esito di questa udienza con parziale soddisfazione – spiegano dal’associazione animalista “Lav dalla parte degli animali“– l’entità delle pene, infatti, risulta minima, specie per reati di questa gravità, che necessitano di un messaggio deciso, contro ogni possibile emulazione. Dopo aver sventato molteplici tentativi di legalizzare l’uccisione dei lupi, evitando l’introduzione degli abbattimenti nel Piano Lupo, oggi più che mai è necessario non abbassare la guardia su atti come questo, che rientrano a pieno titolo nel concetto di “criminalità ambientale”. Un fenomeno gravissimo che siamo impegnati a contrastare anche con due progetti per le scuole, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e dedicati alla corretta convivenza con i grandi carnivori, tra i quali il lupo.
Nell’ambito del processo nove sono state le associazioni che si sono costituite parte civile, tra queste Gaia, Le.i.d.a.a. e Oipa rappresentate dall’Avvocato Erika Delbianco di Rimini, il WWF con l’assistenza dell’Avvocato Francesco Damiani, la Lav con l’Avvocato Francesca Chiarini e altre ancora. Che commenta: “L’esito del procedimento è per le associazioni una vittoria a metà. Vero che il patteggiamento ha permesso di identificare i responsabili del fatto, ma pene così esigue per fatti così gravi devono essere assolutamente aumentate senza attendere altro tempo. Ricordiamo che oltre ai reati in danno di animali, diverse sono state le contestazioni anche al Testo Unico Ambientale” prosegue Edgar Meyer “Auspichiamo che il Governo e il Parlamento ascoltino le nostre istanze e le proposte di riforma al Titolo IX bis del Codice Penale aumentando le pene per i reati contro il sentimento per gli animali. Infine, è assurdo che ancora oggi l’uccisione di un esemplare di specie protetta, sia solamente una contravvenzione, deve essere elevata al rango di delitto.”