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Coriano. Inaugurata nuova cantina Cevico

Una nuova barricaia per affinare i vini, un punto vendita e una sala degustazioni. Il tutto per un investimento di oltre 1 milione di euro, di cui 400mila euro di contributi europei (misura 7 dell’Ocm vino 2017). La Cantina colli romagnoli, che associa 1.200 imprese viticole, ha inaugurato i nuovi spazi oggi a Coriano, nel riminese, alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.

La struttura, socia del Gruppo Cevico (tra le prime 15 imprese italiane per fatturato del settore vitivinicolo), opera su quasi 2.500 ettari di vigneto e comprende, oltre a quella di Coriano, le cantine di Imola, Faenza, Casola Valsenio e Savignano sul Rubicone.
Un altro importante tassello del turismo enogastronomico di qualità- ha affermato Bonaccini–  che testimonia della forza di questo territorio e della capacità dei soci cooperatori di fare squadra. La nuova struttura di Coriano, moderna e all’avanguardia, garantisce standard di qualità e sicurezza dei vini sempre più elevati. Questo progetto- ha aggiunto il presidente della Regione- dà prova ancora una volta dell’efficacia di un modello organizzativo legato alla capacità dei nostri produttori di lavorare su obiettivi comuni per conquistare nuovi traguardi, anche rispetto ai mercati internazionali Ue ed extra europei, e di innovare nel rispetto delle tradizioni”.

Il sito di Coriano produce circa 120mila ettolitri di vino che, al termine del processo di affinamento, sono distribuiti sul mercato nazionale ed estero con il marchio della società, controllata dal Gruppo Cevico, Le Rocche Malatestiane Rimini. I 500 soci cooperatori del riminese sono alla base di un progetto che punta ad incrementare, grazie alla possibilità di ricevere clienti ed enoturisti italiani ed esteri, lo sviluppo di un turismo di qualità, attento agli aspetti storico-culturali, paesaggistici e gastronomici con positive ricadute su molteplici attività che caratterizzano il territorio.

I vini emiliano-romagnoli si affermano all’estero

I vini emiliano-romagnoli trovano sbocco un po’ in tutto il mondo, con i mercati extra-Ue che oggi costituiscono il 51% di tutto l’export in termini di valore, contro il 35% di dieci anni fa.
A fronte di una crescita del 2,4% dell’export agroalimentare regionale, per un valore complessivo superiore ai 5,9 miliardi di euro, le vendite all’estero dei vini emiliano-romagnoli nel 2016 hanno registrato un aumento in valore di quasi il 5%, per un totale di circa 290 milioni di euro.
Sono invece stabili i consumi sul mercato interno, spumanti a parte (+7%, per un volume complessivo di 54 milioni di litri).

Tra i vini che sempre nel 2016 hanno ottenuto i risultati migliori nella grande distribuzione, si trovano il Lambrusco, che conferma il primato delle vendite (oltre 13 milioni di ettolitri in bottiglie da 0,75 litri: +2,5% in volume e +3,1% in valore), poi il Pignoletto, che scala posizioni ed entra nella top cinque dei vini italiani con il più alto tasso di crescita dei consumi (+14,2 in volume e +13,2% in valore) e, infine, il Gutturnio, che un po’ a sorpresa guadagna il 14^ posto nella classifica delle etichette più vendute sempre nella grande distribuzione e mette a segno la migliore prestazione in assoluto sia in volume (+7%) sia in valore (+5,5%) tra le 14 denominazioni di origine più blasonate.

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