Cerca
Home > Ultima ora Attualità > Coriano: firmata l’ordinanza sui caminetti e sull’uso di legna e pellet

Coriano: firmata l’ordinanza sui caminetti e sull’uso di legna e pellet

Il Comune di Coriano ha atteso l’incontro tra il Sindaco Spinelli, l’assessore all’ambiente Anna Pazzaglia e l’assessore regionale Paola Gazzolo per confrontarsi sulla criticità e l’impatto che le misure del Piano Aria integrato regionale (Pair 2020) hanno sul   territorio, prima di rendere operativa l’ordinanza sui caminetti per la riduzione delle emissioni di PM10.

Il Comune di Coriano, posto ad una altezza al di sotto dei 300 m slm e con una popolazione di poco superiore alle 10.500 persone, è soggetto alle limitazioni per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento a biomassa (legna e pellets).

La premessa che ci è stata ricordata dall’assessore Gazzolo  è che già nel  settembre 2017, da parte della Regione, erano state indicate le restrizioni in merito a questi impianti ma praticamente nessun comune le aveva recepite”, ha dichiarato Anna Pazzaglia, assessore all’Ambiente.

La problematica nasce dalla necessità di risanare la qualità dell’aria e in particolare di ridurre le concentrazioni di ossido di azoto e di PM10, inquinanti per i quali ancora si  verificano superamenti dei valori limiti nelle zone di pianura del territorio regionale.

Nel 2018 L’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia europea per non aver adottato misure e piani adeguati a raggiungere il rispetto dei valori limite del PM10, venendo meno all’obbligo di mantenere il periodo di superamento il più breve possibile.

Le aree regionali interessate dal deferimento sono attualmente le zone denominate Pianura Est e Pianura Ovest. Coriano si trova in Pianura Est.

Per questo motivo, la sanzione verrà pagata inizialmente dallo Stato Italiano ma che poi si rivarrà sulle Regioni che a loro volta si rivarranno sui comuni che non hanno messo in atto le misure indicate per risanare la qualità dell’aria e che non hanno emesso l’ordinanza relativa.

La Regione   nel 2017  ha   adottato   misure  previste  dal Piano aria integrato regionale approvato dall’Assemblea legislativa senza voti contrari, insieme e in accordo anche con Piemonte, Lombardia e Veneto, per la riduzione progressiva dell’uso dei vecchi caminetti aperti.

Il caminetto aperto è infatti una importante fonte di inquinamento non solo all’esterno ma anche all’interno della abitazione. In Emilia-Romagna oltre il 50% delle emissioni di Pm10 è dovuto al riscaldamento domestico a biomassa ( legna o pellets).  Le emissioni di un camino aperto tradizionale sono stimate in 2.880 tonnellate di Pm10 all’anno e quelle di una stufa a legna di 1.228, a fronte delle 17 tonnellate all’anno degli impianti a metano (dati 2013 Inventario emissioni di Arpae).

L’obiettivo comune alle quattro Regioni è quello di ridurre progressivamente l’utilizzo dei vecchi caminetti, altamente inquinanti. Per questo, dal 1° ottobre 2018 si possono installare solo impianti di classe 3 o superiore e dal 1° gennaio 2020 si potranno installare solo impianti di classe 4 o superiore.

L’ordinanza nel dettaglio:

Nessuna limitazione o divieto d’uso dei caminetti tradizionali, delle stufe o “caldaiette” quando costituiscono il solo impianto di riscaldamento dell’abitazione o dei locali interessati. Quindi, se in casa non ci sono termosifoni o altri tipi di impianti di riscaldamento, i caminetti possono essere accesi e utilizzati.

Allo stesso modo, nessun divieto di accensione e utilizzo, per cucinare cibi o per fini commerciali  (ristoranti , pizzerie, ecc)  in tutto il territorio regionale.

Infine, utilizzo libero per gli impianti a biomassa (legna o pellet) di classe 2 stelle o superiore (la classe di appartenenza è indicata nella documentazione fornita dal costruttore e consegnata all’acquisto), nei quali rientra la stragrande maggioranza di quelli recenti o di nuova installazione come quelli acquistati con il contributo del Conto termico nazionale, che incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.

Dal 1° ottobre 2018, e per il periodo autunno-inverno, fino al 31 marzo 2019, vengono confermate le restrizioni già in vigore nel 2017 per i camini aperti tradizionali (senza sportello a chiusura della sede di fiamma) e le “caldaiette” con efficienza energetica inferiore al 75%, ossia quelle meno efficienti e più inquinanti, di classe “1 stella”. Il divieto riguarda però solo le abitazioni dotate di sistemi alternativi di riscaldamento (ad esempio i termosifoni), nelle aree situate sotto i 300 metri di altitudine.

L’Assessore Pazzaglia conclude: “L’assessore Paola Gazzolo ci ha preannunciato, per il prossimo anno, incentivi per la sostituzione di caldaiette e stufe con apparecchiature maggiormente performanti  e che tali incentivi saranno possibili solo per i cittadini residenti nei comuni che hanno emesso l’ordinanza“.

Ultimi Articoli

Scroll Up