Il Comitato No Antenna di Coriano non demorde e continua a tenere alta la guardia sulla questione, ripercorrendo i fatti nel dettaglio.
“Il 13 dicembre del 2020 a Coriano è stata installata un’antenna di telefonia mobile alta 36 metri nel luogo dove la Giunta comunale ha voluto collocarla, ovvero fra i cipressi del cimitero e addossata al muro di cinta ottocentesco del camposanto comunale e in posizione tale da divenire un deturpante sfondo scenografico al castello trecentesco che fu residenza estiva dei Malatesta”, spiega il comitato.
“Sollecitata energicamente dal nostro Comitato la Soprintendenza alle Belle Arti di Ravenna, preso atto che l’opera pregiudica gravemente quel patrimonio culturale e paesaggistico e affermando di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di parere o autorizzazione, in data 09 febbraio 2021 ha assunto un provvedimento che prevede lo smantellamento dell’antenna e il ripristino totale dei luoghi nelle condizioni in cui si trovavano prima dell’intervento eseguito dalla società Windtre S.p.A”.
“Il provvedimento è ora in mano alla Direzione Generale delle Belle Arti di Roma che è l’istituzione competente e predisposta ad assumere una decisione finale a partire da quanto esposto e denunciato dalla Soprintendenza di Ravenna, la quale ha successivamente adottato, alla fine del 2021, un secondo e diverso provvedimento ovvero l’apposizione di un vincolo archeologico e architettonico sul Cimitero e sul Castello al fine di mettere sotto tutela i due manufatti e dare maggior forza culturale e giuridica alla propria richiesta di smantellamento dell’antenna.
Abbiamo appreso dalla Direzione Generale di Roma che contro questo secondo provvedimento è stato presentato un ricorso e sappiamo che in data 3 dicembre la Giunta comunale di Coriano ha stanziato ben 11.544 euro per un “Affidamento e nomina di incarico professionale per ricorso ex art. 16, Decreto Legislativo 42/2004”.
Si tratta di un incarico duplice che viene descritto nella stessa delibera di Giunta nei seguenti termini:
Servizio legale – patrocinio legale e rappresentanza in giudizio per € 6.344,00
Urbanistica – perizie, collaudi, rilievi, indagini per € 5.200,00
Guarda caso il richiamato articolo 16 è proprio quello che prevede la possibilità di fare ricorso contro i provvedimenti di apposizione dei vincoli o più precisamente, citando la legge stessa, l’accertamento dell’interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico di manufatti, beni mobili, immobili, ecc”.
“A parer nostro – continuano – è verosimile che sia stato proprio il Comune di Coriano a intervenire presso la Direzione Generale di Roma affinché il vincolo non sia apposto e di conseguenza sia depotenziata la richiesta di Ravenna volta ad ottenere lo smantellamento dell’antenna.
Questa Giunta dunque, dopo aver gravemente leso il patrimonio culturale locale, e dopo aver scelto un sito che ha richiesto costi molto più elevati rispetto ad altre soluzioni, ora sembrerebbe si stia dando da fare per evitare che quello stesso patrimonio venga finalmente tutelato dall’insipienza di chi, come loro, non è in grado di apprezzarne il valore.
Una Giunta quindi che, anziché valorizzare la propria storia, il proprio territorio, si accanirebbe contro di esso nel tentativo di procrastinare il più possibile la definizione di una vicenda così significativa.
Tutto questo avviene nella più totale mancanza di trasparenza e di comunicazione con la cittadinanza alla quale non è concesso sapere nulla, nessun aggiornamento, nessuna comunicazione, tutto si svolge nelle stanze chiuse del Palazzo di Piazza Mazzini.
Noi invece riteniamo che le corianesi e i corianesi abbiano il sacrosanto diritto di sapere cosa sta facendo la Giunta su questo tema e come sta spendendo i soldi della casse pubbliche”.
“La partita è ancora aperta e noi, come Comitato, siamo impegnati in un costante lavoro di monitoraggio. Seguiamo attentamente le mosse del Comune e siamo in costante contatto sia con la Soprintendenza di Ravenna, sia con la Direzione Generale di Roma affinché i passaggi di questa vicenda siano messi alla luce del sole, con le scelte e le responsabilità politiche, economiche e di gestione del territorio che ne derivano e affinché sia ripristinato nei fatti il dettato dell’articolo nove della Costituzione: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.