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Coriano, comitato no antenna ancora all’attacco: “Lavori proseguono e istituzioni non rispondono”

Il “Comitato per la tutela del patrimonio ambientale e culturale città di Coriano e circondario riminese” torna fare sentire la propria voce contro l’antenna per la telefonia che si sta impiantando accanto al castello di Coriano.

“I lavori di costruzione del basamento dell’antenna proseguono senza sosta – si legge nel nuovo appello – fino ad oggi nulla sta fermando la macchina che potrebbe sfregiare irrimediabilmente il Castello malatestiano di Coriano, che è bene pubblico, non dei corianesi: è una questione di civiltà, non è una schermaglia fra opposti schieramenti politici e tanto meno una scaramuccia di paese”.

“Il nostro Appello dei giorni scorsi ad oggi non ha avuto alcuna risposta ufficiale, da parte dei destinatari istituzionali, sembra essere caduto nel vuoto. Possibile che quando i cittadini finalmente si destano dal loro torpore e danno prova di impegno, coraggio e partecipazione vengano totalmente ignorati? Non vogliamo crederlo e ancora aspettiamo fiduciosi che Comune, Provincia, Regione e Soprintendenza vogliano incontrarci o quanto meno battere un colpo”.

“È stato ripetutamente sollevato da parte della Sindaca di Coriano un problema di strumentalizzazione dei cittadini. Francamente ci sembra inappropriato che il primo cittadino di un Comune della Repubblica italiana accusi un Comitato spontaneo che ha raccolto 800 firme in meno di una settimana di essere degli ingenui nelle mani di qualche burattinaio. Non si addice alla natura della carica di un rappresentante di una fondamentale istituzione democratica il fatto di non riconoscere un Comitato fortemente rappresentativo della cittadinanza da essa amministrata”.

“I cittadini si aspettano soluzioni concrete e non sono interessati a lotte politiche, c’è in ballo la nostra storia e il nostro futuro, chi siamo e chi vorremo essere: vogliamo veramente svendere i nostri beni più preziosi alle multinazionali? Oggi il Castello di Coriano e domani Montefiore, San Leo, Gradara? Si tratterebbe di un precedente pericolosissimo. E invece il precedente deve essere un altro, ovvero che grazie allo sforzo e all’impegno congiunto di cittadini e amministratori il Castello è stato salvato”.

“Chiunque farà sentire la sua voce per ottenere questo risultato sarà nostro interlocutore, nel rispetto delle parti e dell’indipendenza reciproca, da qualunque parte d’Italia venga e a qualunque associazione, religione o partito politico appartenga, senza preclusioni né pregiudizi per nessuno, e nessuno vuol dire nessuno” conclude il comitato.

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