“Utilizzare anche le nanotecnologie, già fondamentali per opere d’arte e beni culturali, per recuperare e strutture in legno utili nella vita quotidiana, come lidi, alberghi e impianti balneari di Rimini, che si potrebbero rovinare per l’esposizione alla salsedine del mare”. Lo ha detto al 2° “Congresso Italiano per edifici in legno” nel sito Ecoarea, nella frazione di Cerasolo di Coriano a Rimini ieri durante la giornata d’apertura l’ambasciatore Emerito dell’ Unesco Ray Bondin. Quest’ultimo ha ricordato: “Ho già potuto ammirare alcuni restauri di siti Unesco realizzati con le nanotecnologie e devo dire che i risultati sono stati sorprendenti, ricordo tra i tanti l’esercito di terracotta”. “Il legno è un bel materiale – ha detto Bondin – perché è, riciclabile e del tutto ecosostenibile, ma risente delle condizioni ambientali ed è pertanto più soggetto a processi di degrado. Un valido e innovativo contributo alle tecniche di protezione arriva oggi dai più recenti sviluppi. Questi nuovi strumenti creano uno ‘scudo’ invisibile atto ad assicurare protezione dalle comuni aggressioni”.
“Si deve sapere coniugare – ha continuato Bondin – innovazione tecnologica e rispetto dell’ambiente, ad esempio di recente è stata restaurata una struttura tutta in legno all’interno del parco delle Groane a Cesate. E’ stato trattato sia legno che il vetro, osservando tutti i criteri di eco sostenibilità previsti in un Parco”.
“Se le autorità e gli imprenditori di Rimini – conclude Bondin – riterranno di utilizzare queste tecnologie inizieranno un percorso che li porterà a raggiungere obiettivi di qualità anche nel campo edilizio non inquinando”.
“All’accelerazione della crisi economica, politica e sociale – ha detto Sabrina Zuccalà, amministratore di ‘4ward360”, un’azienda milanese leader mondiale del settore del restauro -, si iniziano a sommare gli effetti delle grandi trasformazioni che si stanno affacciando nei campi della Intelligenza artificiale, della robotica, della genetica, delle nanotecnologie e che disegnano nuove forme della produzione, delle merci, del lavoro, delle relazioni. Tutte queste crisi e trasformazioni si inseriscono all’interno della più grande crisi ambientale che l’umanità abbia mai vissuto per questo si deve lavorare per avere soluzioni meno inquinanti”.