Nella giornata di ieri la maggioranza del consiglio di Rimini non ha presenziato al consiglio comunale tematico sul tema della sanità a Rimini : in aula erano presenti alcuni rappresentanti dei medici sospesi perchè non vaccinati e rappresentanti di Comilva. Su 32 consiglieri 20 hanno disertato la seduta che quindi si è tenuta per mancanza di numero legale.
Di seguito il comunicato di Michele Lari consigliere eletto con la lista Jamil.
“Una presa di posizione nel rispetto di chi ha combattuto e sta combattendo il COVID in prima linea. Un gesto dovuto verso chi ci ha lasciato e chi ha visto andarsene i propri cari. È questo il significato della decisione di non presentarci come maggioranza al consiglio comunale tematico su “Carenza personale AUSL Romagna: causa sospensioni lavorative decreti covid e mancata vaccinazione”, proposto in modo strumentale dalla minoranza del Comune di Rimini e previsto ieri sera. Non è stato un “assalto alla democrazia”, non siamo dei “vigliacchi” e non abbiamo nulla di cui “vergognarci”. Volevamo dare un messaggio chiaro, nel rispetto della sala del consiglio comunale, dell’assemblea e soprattutto dei cittadini che siamo chiamati a rappresentare.
Sono francamente sconvolto al pensiero che qualche settimana dopo un bel momento di riflessione e confronto con i vertici dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna, la minoranza abbia ritenuto opportuno convocare un secondo consiglio comunale sulla stessa tematica, solamente per dare voce a professionisti che hanno scelto di non vaccinarsi e che rispondono oggi delle conseguenze della loro scelta.
Da cittadino responsabile che dal primo giorno di questa pandemia si è rimboccato le maniche per assistere in tutti i modi possibili varie fasce della popolazione riminese alleviandone le difficoltà, trovo una proposta di questo genere semplicemente indecorosa, contraria nel metodo e nel merito alla serietà che un consiglio comunale deve mantenere.
Mi stupisce ancora di più che questa proposta sia arrivata unanime da tutte le forze della minoranza.
Mi stupisce che persone con cui ci siamo trovati per mesi, anni, a pianificare interventi di sostegno nei momenti più drammatici del Covid abbiano oggi il coraggio di appoggiare un invito del genere.
Mi lascia perplesso questo modo strumentale di fare politica, che mira solamente ad aumentare il proprio consenso, a gettare in cattiva luce “l’altro”, dimenticandosi una componente che ritengo essere fondamentale per poter attuare una politica seria e responsabile: la coerenza.
“È la politica” mi dicono. Ma io penso sia ora di smettere di accettare questo status quo, queste strumentalizzazioni. È ora di assumersi le proprie responsabilità ed è ora che si ritrovino valori sani su cui fondare la nostra attività di amministratori.
Ho deciso di affrontare questa prima esperienza in consiglio comunale con l’obiettivo di ascoltare, di avere un approccio costruttivo e di cercare di captare qualcosa da tutti: maggioranza e minoranza in ugual modo. Oggi, dopo una scelta del genere, inizio a vacillare e a pensare che non sia più possibile.
Chiedo personalmente scusa a medici, infermieri, associazioni di volontariato e cittadini per la figura che siamo solo in parte riusciti ad evitare. Un abbraccio di cuore a chi questa pandemia non l’ha superata indenne”.