Si parla molto di turismo, ma spesso senza conoscerlo in modo adeguato. Chiamamicitta.it vuole contribuire ad una conoscenza più approfondita dell’economia più importante della provincia di Rimini. Con dati certi e incontestabili, perché di fonte Istat e Regione Emilia Romagna.
Iniziamo da quante sono le strutture ricettive nella provincia di Rimini. Alla fine del 2015 l’osservatorio del turismo della provincia di Rimini forniva questi numeri:
Ma come si è modificata la consistenza ricettiva dal 1999 ad oggi? In modo consistente, come si vede:
La ristrutturazione più consistente è avvenuta tra il 1999 ed il 2006. Si sono ridotti rispettivamente di 323 e 420 unità gli hotel ad 1 e 2 stelle e contemporaneamente i 3 stelle di sono aumentati di 353. Il saldo è comunque negativo: dal 1999 ad oggi vi sono nella Provincia di Rimini 446 strutture ricettive in meno.
Apparentemente dunque vi è stata una forte riduzione ricettività nel periodo 1999-2015. Ma se andiamo a verificare cosa è accaduto ai posti letto nello stesso periodo, si avrà la dimensione reale della trasformazione che è avvenuta, almeno dal punto di vista dell’offerta alberghiera. La fonte è nei dati della Regione Emilia Romagna:
Dunque a conti fatti, in realtà nella Provincia di Rimini nel periodo 1999-2015 i posti letto sono aumentati. Pertanto il processo di riqualificazione ha comportato una riduzione delle unità ricettive (- 446), una riqualificazione verso l’alto delle strutture ricettive ad 1 o 2 stelle (incremento nello stesso periodo di 353 unità ricettive) ed un contemporaneo ampliamento di strutture esistenti tale da permettere di mantenere ed anzi incrementare i posti letto, pur aumentando gli standard di qualità.
Ora andiamo a vedere cosa è accaduto nelle singole località turistiche della nostra costa nel periodo 1999-2015. I dati sono dell’ufficio statistico della Regione Emilia Romagna. Iniziamo da Bellaria. Alla fine il saldo posti letti è praticamente identico. Ma con profondi cambiamenti.
Drastica, infatti, è la riduzione dei posti letto nelle strutture ricettive di 1 o 2 stelle. All’inverso, c’è un aumento esponenziale dei posti letto nei 3 stelle.
Esaminando le singole località, il grafico di Cattolica mostra questa marcata riorganizzazione dell’offerta turistica.
Dagli oltre 6.000 posti letto nei 1 o 2 stelle del 1999, si passa a poco più di 2000. Triplicano i posti letto nei residence ed aumentano di oltre 1000 posti letto nei 4 stelle rispetto al 1999.
Anche Misano Adriatico ha una riorganizzazione simile a Cattolica. Incremento importante dei posti letto nei 3 stelle (+ 2.000) e riduzione dei posti letto nelle strutture a 1 0 2 stelle. Anche qui si conferma la tendenza generale di un aumento dei posti letto rispetto al 1999 (+896).
Ora vediamo cosa è successo a Riccione. Risalta il buon posizionamento che la Perla Verde aveva nei 4 e 5 stelle già nel 1999 ed il forte incremento dei residence turistici (da 24 posti letto ad oltre 1000).
Imponente poi la riqualificazione dell’offerta turistica di Rimini. I posti letto nei 4 stelle aumentano di oltre 5000 unità. E’ l’effetto della destagionalizzazione, l’incremento dell‘attività fieristica e congressuale. I 3 stelle incrementano la loro capienza di oltre 20.000 posti letto. Si riducono drasticamente le strutture ad 1 o 2 stelle e le sistemazioni nei residence turistici crescono di oltre 3.500 posti letto. Complessivamente, i posti letto nel periodo preso in considerazione salgono di circa 15.000 unità.
In conclusione, qual’è la percentuale di utilizzo dei posti letto?
Chiamamicitta.it lo ha calcolato su base annua. Ovvio che ne esca una percentuale bassa. La ragione è che solo una minima parte delle strutture ricettive resta aperta tutto l’anno, il grosso continua a fare attività stagionale. Tuttavia, trattandosi di un dato omogeneo, offre comunque una rappresentazione corretta del rapporto tra posti letto e presenze turistiche nei comuni della costa della Provincia di Rimini nel periodo 1999-2015:
La percentuale di utilizzo migliore è quella del 2000, con circa il 29%. Le più basse sono nel 2014 e 2015 con percentuali al di sotto del 25%. Questa percentuale non è solo un dato statistico, ma incide direttamente sui fatturati e quindi sul reddito. Di fatto, è un indicatore qualitativo e non quantitativo.