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Confiscate case e auto a un super pusher: il suo primo arresto nel 1972

Cinque immobili destinati ad abitazione civile ubicati tra le province di Pesaro – Urbino e Rimini e un’autovettura, per un valore di circa seicentomila Euro sono stati confiscati a un 70enne di origini ravennati

I beni in questione erano stati sottoposti a sequestro nel mese di ottobre dello scorso anno, su disposizione dell’A.G. da parte della Polizia di Stato Questura di Rimini, a seguito di una complessa attività d’indagine di natura patrimoniale tesa all’aggressione dei patrimoni di illecita provenienza e dall’analisi dei fenomeni criminali, nei confronti di un settantenne residente nella provincia di Rimini.

La confisca ha colpito il patrimonio illecitamente accumulato dall’uomo, a partire dal 1972, che si è reso protagonista, nel corso degli anni, di numerose vicende giudiziarie sia nella provincia di Forlì che in quella riminese, commettendo nel corso della sua cinquantennale carriera criminale numerosi reati, alcuni dei quali di particolare allarme sociale, quali ad esempio tentato omicidio e detenzione d’arma da fuoco. Tuttavia, è soprattutto nello spaccio di sostanze stupefacenti che il settantenne si era specializzato, reato per il quale è stato più volte condannato e con i cui proventi effettuava numerosi investimenti nel settore immobiliare e commerciale.

L’ultimo acquisto con i soldi “guadagnati” spacciando lo aveva fatto nel 2018 in un concessionario ritirando dopo aver sborsato 20.000 euro una Fiat 500 Cabrio di colore arancione. Sia l’auto che le cinque case sono state tutte comprate negli anni con i soldi incassati distribuendo dosi in lungo e in largo. Lui è un settantenne originario di Ravenna, che al fisco ha sempre dichiarato redditi irrisori al netto dei beni posseduti, di fatto la chiave di svolta per le indagini della Polizia. Di lui, infatti, si sa poco oltre alla sua carriera criminale lunga ben mezzo secolo, nel 1972 quando per la prima volta era finito nei guai per spaccio.

Gli approfondimenti patrimoniali, sviluppati per mesi da personale della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini e finalizzati a ricostruire i flussi finanziari e bancari, hanno consentito di accertare una sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio riconducibile all’uomo, ipotizzando un illecito arricchimento, elementi confermati dal Tribunale di Bologna- sezione misure di prevenzione – che ha emesso un decreto di confisca dei beni citati.

Il Tribunale di Bologna, oltre al provvedimento di confisca dei beni che potrà essere comunque appellato dall’interessato, ha disposto nei confronti dell’uomo l’applicazione della misura personale della Sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per anni 3, riconoscendo in questo modo la pericolosità sociale del proposto allo scopo di impedire la consumazione dei reati nell’ambito del territorio nazionale.

L’attività della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini proseguirà attraverso il costante controllo delle attività economiche e imprenditoriali ubicate nella provincia di Rimini, monitorando i patrimoni acquisiti illecitamente ed intercettando i tentativi di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali.

 

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