Un pakistano di 56 anni, gestore di un kebab è stato condannato a tre anni e quattro mesi di carcere e ad un risarcimento di 10mila euro ad una ragazza di 25 anni che aveva violentato nell’ottobre del 2018. La ragazza si è costituita parte civile con l’avvocato Tiziana Casali. Il pakistano ha ribadito la sua versione dei fatti sostenendo che tutto è avvenuto con la ragazza consenziente. Il Pm aveva chiesto una condanna a 8 anni.
I fatti
Una studentessa riminese di 23 anni (nel 2018) si era rivolta ai medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale ‘Infermi’ e ha raccontato di essere stata violentata e segregata in casa per una notte da un cittadino pachistano. I medici avrebbero riscontrato ecchimosi e lividi compatibili con il suo racconto. L’uomo, subito identificato in un 54enne era stato denunciato a piede libero dalla Polizia per violenza sessuale e sequestro di persona. Nel dettaglio, la ragazza, di ritorno a casa in treno da Ravenna, venerdì sera, è entrata a comprare un kebab, in una rosticceria poco lontano dalla stazione. L’uomo, dopo averle servito un panino, l’avrebbe invitata a casa con la scusa di un massaggio. La ragazza, stando a quanto lei stessa ha raccontato, prima ha rifiutato, poi si è fatta convincere. Nel suo appartamento l’uomo l’avrebbe violentata e costretta per tutta la notte.
Dopo poche settimane si scopre che lo stesso uomo, nel 2017 aveva tentato uno stupro ai danni di una ragazza russa di 24 anni. Anche per quella violenza la tecnica usata dall’uomo è stata la stessa. Ha conosciuta la ragazza mentre era dietro al bancone dell’attività di vendita di kebab nei pressi della stazione. Anche nel caso della ragazza russa è stata segregata in caso dello stupratore per lunghe ore.