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Concessioni zona porto, come sono i nuovi canoni

L’articolo di ieri di Chiamamicitta ha cercato di spiegare i motivi dell’annullamento della delibera che riguarda le aree passate dal Demanio Statale al Comune di Rimini in zona porto, il cosiddetto “triangolone”.

La mancata regolarità contabile (il dirigente al bilancio non ha firmato la delibera) è data da un mancato incasso da parte del Comune di circa 250 mila euro. Infatti a fronte di un costo annuo che il Comune deve pagare allo Stato (573 mila euro) il comune ne incassa circa 320 mila.
Questa differenza è dovuta ad un diverso conteggio dei canoni.

Il Comune ha calcolato i canoni a partire dai valori desunti dall’OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare) elaborato da Agenzia del Territorio (attualmente accorpata ad Agenzia delle Entrate). In particolare, il riferimento è ai canoni di locazione riferiti alla funzione terziaria coerentemente la posizione che ritiene che il terziario comprende anche i fabbricati destinati ad attività di produzione di servizi, quali i pubblici esercizi” (bar, ristoranti, ecc…).

Anche il calcolo dei canoni da parte della Agenzia del demanio sulla base delle legge finanziaria 2007 si basa sui valori OMI. Evidente che i coefficienti di moltiplicazione sono diversi tra Comune e Stato.

Questo diverso calcolo ha portato a canoni completamenti diversi rispetto a quelli pagati sino ad ora.

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Come si nota dalla tabella circa 200 mila euro di minor entrate riguardano quattro attività.

Il comune, nella delibera annullata, ha applicato i valori OMI anche per le aree libere. In questo caso l’incremento di canone a favore del Comune è oltre i 35 mila euro.

L’amministrazione comunale di Rimini nelle prossime settimane dovrà necessariamente affrontare nuovamente il riordino di quelle aree. Infatti non vi è solo un problema di definizione dei canoni ma anche di titolarità degli attuali occupanti a proseguire l’attività.

Appare complicato, in assenza di una nuova normativa nazionale sui canoni demaniali a fini turistici, procedere da parte del Comune in autonomia ad una ridefinizione complessiva. Non vi solo l’aspetto delle minore entrate con rischi di danni erariali ma anche, paradossalmente, un aggravio delle disparità.

Infatti Strampalato (ex Oberdan) che pagava un cifra irrisoria si trova a pagare un canone molto più alto. Mentre il Torquoise continua a pagare una cifra irrisoria perché è dello Stato e non del Comune. Viceversa il Barge si trova il canone praticamente dimezzato con i conteggi del Comune mentre il Rockisland continua a pagare il canone di prima (100 mila euro) perché dello Stato.

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