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Concessioni demaniali. Tante polemiche e nessun fatto concreto

Clima sempre più torrido sulle concessioni demaniali.
Prima una polemica tra On. Pizzolante ed il ministro Calenda.

Il ministro nei giorni scorsa aveva dichiarato:” «Lo Stato incassa per le concessioni balneari 104 milioni di euro da circa 25 mila titoli. Facendo una semplice divisione, il risultato è meno di quanto paga un ambulante per un banchetto di 5×3 metri. Cosa c’è di equo in questo?», ha aggiunto il ministro.  «È un principio di equità che le concessioni pubbliche vengano messe a gara. Da più parti viene frequentemente attaccata la pressione Ue per le gare, come se fosse solo una pressione europea e non un valore etico. – ha concluso Calenda – Qualcuno mi deve spiegare cosa c’è di equo nel non mettere a gara e non permettere a un ragazzo di mettere su uno stabilimento». Concetti ampiamente condivisibili

In risposta a Calenda è arrivata una nota dell’ On Sergio Pizzolante : «Dico all’ottimo ministro Calenda che il veicolo per la revisione dei canoni per le concessioni demaniali è la legge delega preparata dal ministro agli affari regionali Enrico Costa con il concerto anche del Mise e approvata dal consiglio dei ministri. La legge è già arrivata in parlamento, in commissione Finanze. Quindi il ddl concorrenza non può occuparsi di una materia così complicata e articolata che ha richiesto la condivisione di sette ministeri», ha detto Pizzolante. «In riferimento ai canoni, il ministro ha ragione quando afferma che ci sono sperequazioni non giustificabili e dice cose giuste quando evidenzia casi di speculazione sulle concessioni. Ma sono casi singoli e così vanno trattati. Ma anche sui canoni la legge delega dice cose precise per il riordino. Quello è lo strumento»

Passa qualche giorno ed altra polemica tra l’On Pizzolante e la Regione Liguria.
In occasione dell’inaugurazione della Fiera Imprese Balneari di Ravenna l’On Pizzolante ha preso una posizione netta sulla proposta di legge delega approvata dal Governo: «La legge sarà incardinata in parlamento entro dieci giorni e sarò il relatore per la Commissione finanze», ha detto Pizzolante, che ha anche attaccato la Regione Liguria perché «prende in giro i balneari promettendo una irrealistica proroga di 30 anni, resa impossibile dalle sentenze della Corte di giustizia europea»

«La Regione Liguria non prende in giro i balneari, anzi si è fatta interprete dei problemi che hanno 30.000 imprese italiane e con senso di responsabilità e disponibilità ha sempre cercato soluzioni per aiutare le famiglie e un’imprenditoria nazionale di cui il governo si è dimenticato». Risponde così l’assessore regionale al demanio Marco Scajola.

Ma proviamo a ricapitolare.

E’ in discussione alla Camera la proposta di legge delega del Governo per le concessioni demaniali. La legge delega prevede in particolare: modalità di affidamento delle concessioni nel rispetto dei principi di concorrenza, di qualità paesaggistica e di sostenibilità ambientale, di valorizzazione delle diverse peculiarità territoriali, di libertà di stabilimento, di garanzia dell’esercizio, dello sviluppo, della valorizzazione delle attività imprenditoriali e di riconoscimento e tutela degli investimenti, dei beni aziendali e del valore commerciale, mediante procedure selettive che assicurino imparzialità, trasparenza e pubblicità e che tengano conto della professionalità acquisita nell’esercizio di concessioni di beni demaniali marittimi, nonché lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative.
Dovranno, altresì essere stabiliti adeguati limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le regioni potranno a loro volta fissare la durata delle stesse per assicurare un uso rispondente all’interesse pubblico, prevedendo anche che le regioni, per garantire la pluralità e la differenziazione dell’offerta, possano disporre limitazioni sul numero massimo di concessioni negli ambiti territoriali di riferimento per singolo operatore economico.

Alcune sigle sindacali del settore oltre a organizzazioni di base sostengono che vi debba essere un congruo periodo transitorio di 30 anni. Altre pensano che non si debba applicare la direttiva servizi ai balneari.
E’ del tutto evidente che siamo in presenza di posizioni inconciliabili.

Di fatto si è ritornati alla bozza del Ministro Fitto del 2011. Progetto di riordino bocciato dai sindacati dei balneari e dallo stesso On Pizzolante. Oggi la proposta la fa il ministro Costa (dello stesso partito di Pizzolante) e cerca di difenderla anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia Europea.

In questo complicata situazione vi è anche la Regione Emilia Romagna che ha sostenuto proposte non praticabili nei mesi passati ed oggi cerca di rassicurare i balneari con un impegno a vigilare sui decreti attuativi dopo l’approvazione della legge delega.

Ci pare invece più probabile che se anche la legge delega venisse approvata difficilmente verrebbero emanati i decreti attuativi prima della fine della legislatura.

Tutto sarà rimandato alla prossima legislatura lasciando nell’incertezza più assoluta un settore importante come la gestione delle spiagge italiane. E soprattutto senza fare innovazione ed investimenti proprio per l’incertezza.

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