Bufera sulla Commissione pari opportunità del Comune di Riccione, dopo che la ex sindaco Renata Tosi, ora presidente della Commissione di garanzia si è rifiutata di mettere ai voti una proposta della maggioranza scantenandone le ire.
I gruppi consiliari Riccione 2030, Riccione col cuore, Uniamo Riccione, Riccione Coraggiosa e del Partito democratico “denunciano il grave e illegittimo rifiuto da parte della presidente della Commissione controllo e garanzia Renata Tosi di mettere ai voti la modifica dell’articolo 32 del regolamento della Commissione pari opportunità”.
E spiegano: “Dopo numerosi tentativi di dialogo con i gruppi di opposizione, al fine di modificare il regolamento della Commissione pari opportunità, risultati purtroppo infruttuosi, oggi in sede di Commissione controllo e garanzia la presidente ha impedito che i commissari potessero esprimere il proprio voto. Intenzione dei gruppi di maggioranza era stabilire un principio fondamentale per le istituzioni democratiche: garantire, in sede di composizione e soprattutto di voto, la rappresentanza della volontà espressa dai cittadini tramite le elezioni comunali anche in seno alla Commissione pari opportunità, come già avviene in tutte le altre. Risulta, infatti, del tutto inadeguato perseverare con una composizione di fatto casuale, ovvero in funzione del numero dei gruppi presenti in Consiglio comunale. A maggiore ragione, ogni gruppo, in sede di votazione, deve avere un peso proporzionale (o quantomeno tendente al proporzionale) rispetto al numero dei consiglieri comunali eletti in Consiglio dai cittadini”.
“In presenza di una volontà della presidente di Commissione controllo e garanzia Renata Tosi di impedire il compimento della democrazia, i gruppi consiliari di maggioranza saranno costretti a esprimere nella sede del Consiglio comunale il proprio voto sulla modifica del regolamento della Commissione pari opportunità”, annunciano.
Opposta la lettura delle minoranze, che parlano di “spettacolo davvero indegno e offensivo”.
“Il ritardo inspiegabile nelle nomine dei membri della commissione pari opportunità da parte dell’amministrazione PD – scrivono i gruppi Lista Caldari Sindaco Generazione Riccione, Lista Renata Tosi con Noi Riccionesi, Lista Civica Renata Tosi, Giorgia Meloni Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Salvini Premier – nascondeva una volontà politica ben precisa e pericolosa, venuta alla luce negli ultimi giorni e che ha lasciato esterrefatte tutte le forze politiche di minoranza. Con un atto di forza e di arroganza infatti, l’obiettivo di questa maggioranza di sinistra è quello di procedere alla variazione del regolamento comunale in materia di nomina e di conseguente votazione dei membri della commissione, andando ad indicare una modifica del “peso politico” della commissione a vantaggio della maggioranza e non nel rispetto dell’attuale regolamento che concede la corretta rappresentanza ed equilibrio dei gruppi consiliari eletti”.
E attaccano: “Al sindaco PD Angelini non sta bene che il numero di membri della commissione, che ripetiamo svolge un ruolo di sensibilizzazione, attraverso progettualità condivise con l’amministrazione, in merito alla parità di genere e al rispetto delle minoranze, fosse “a vantaggio” della minoranza (come in tante altre occasioni al contrario), ma pretende che la commissione pari opportunità corrisponda con la medesima “forza politica” all’amministrazione. Il PD ha sempre avuto la maggioranza in C.P.O. e la situazione non ha mai rappresentato un problema per 30 anni: ora vogliono modificare il regolamento unicamente perché rischiano di non avere voti sufficienti. Uno schiaffo alla condivisione, all’integrazione e alla rappresentanza democratica in nome della distorta e inaccettabile pretesa di decidere, anche in materia di parità di genere, senza condividere. A noi non stupisce, ma spaventa questa sinistra violenta e arrogante che avanza a spallate dietro a un inspiegabile idea di detenere la giusta visione della società. Ci auguriamo soltanto che nella commissione capigruppo convocata per domani (giovedì 17 ottobre) la variazione del regolamento non venga inserita tra gli ordini del giorno in quanto non ci sono gli estremi per inserire argomenti all’odg se si tratta della questione del gender. Qualora la capigruppo di domani mettesse all’ordine del giorno l’inserimento delle dottrine gender nello Statuto del Comune, si assisterebbe ad una forzatura dei regolamenti eseguita a colpi di maggioranza, dietro un’inspiegabile spinta ideologica”.
“Daremo battaglia senza respiro in consiglio comunale e in tutte le sedi opportune a questo spiacevole precedente, che toglie ogni dubbio sulla natura repressiva di questa amministrazione PD”, concludono.