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Colombia: attacco ai volontari della Papa Giovanni XXIII, con loro una riminese

Un gruppo di paramilitari con armi da fuoco e machete ha fatto irruzione in Colombia nel villaggio di San Josè de Apartado, una comunità di pace di contadini riconosciuta e protetta dove operano come corpo civile di pace alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni i contadini, a difesa del loro territorio, si oppongono a qualsiasi ingresso di uomini armati.

Al momento dell’irruzione, che sarebbe stata finalizzata all’uccisione del leader del villaggio,  rimasto ferito, erano presenti tre volontari italiani tra cui Alessandra di Rimini.

Un attacco che dimostra la volontà di questi paramilitari di alzare il tiro. Non si limitano più ad agire nell’ombra. Stavolta, i nuovi paramilitari – eredi delle Autodefensas unidas de Colombia (Auc), formalmente smobilitate nel 2005 – hanno fatto irruzione in pieno giorno nella Comunità di pace di San José di Apartadó, decisi a uccidere. In questa enclave della Valle de Urabá, da vent’anni, un gruppo di contadini rifiuta di collaborare con qualunque gruppo armato, dei molti che si sono succeduti nel lungo conflitto colombiano. Una scelta pericolosa. Specie ora che, con l’accordo i pace, la guerriglia ha cessato di esistere, come denunciano i volontari di Operazione colomba, della comunità papa Giovanni, che la accompagnano.

La Comunità è considerata un ostacolo. Da distruggere. Due degli aggressori sono stati fermati dagli abitanti e consegnati alle autorità. Nel primo anno di pace, già 139 attivisti sono stati uccisi in Colombia. I sospetti cadono sui paramilitari.

La drammatica testimonianza video di Alessandra:

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