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CNA Rimini: “Ora salvare imprese dalla chiusura, poi rilancio senza burocrazia”

Chiamamicitta.it inizia con l’intervista a Davide Ortalli, direttore di CNA Rimini, un giro di opinioni fra i responsabili dei vari settori economici della nostra area provinciale in questo momento cruciale per il territorio come per tutto il Paese.

Davide Ortalli, 47 anni, sposato, due figlie, riccionese di nascita e residenza, è direttore provinciale di CNA Rimini dal febbraio 2015.

CNA offre un sistema articolato di opportunità e servizi ai suoi associati: dalla formazione al credito, dalla gestione contabile e consulenza del lavoro ai servizi per la creazione e lo sviluppo di una impresa, dall’assistenza legale a quella per internazionalizzazione, finendo con tutta la gamma del digital innovation hub.

Parto da questa premessa per chiederti: quanto peserà l’effetto lockdown di questi mesi sul sistema imprenditoriale riminese, ed in particolare sulle tue aziende associate? La CNA è stata in grado di far fronte all’emergenza ed assistere i suoi associati?

«Abbiamo fatto del nostro meglio per affiancare nei momenti più difficili i nostri associati mettendoli prima di tutto nelle condizioni di essere sempre informati e aggiornati. Un lavoro complesso di interpretazione normativa, sviluppato, non dimentichiamolo, in situazioni lavorative complicate anche per noi. Il nostro sforzo è stato non solo apprezzato ma anche premiato dalle decine di imprese che si sono avvicinate ed associate a CNA proprio in questi mesi. È facile immaginare che l’effetto del lockdown sarà pesantissimo sui bilanci e sulla tenuta finanziaria delle piccole aziende. La variabile “stagione turistica” dei prossimi tre mesi potrebbe mitigare in parte gli effetti negativi evitando tante chiusure, quindi ora è bene concentraci sulla nostra industria dell’ospitalità, creando le condizioni ideali per offrire sicurezza e tranquillità, sperando che il virus si stanchi di stare tra noi».

Quali sono i settori più in difficoltà nel riminese? E per quali motivi? Quali le ripercussioni sull’occupazione? La attività produttiva e lavorativa delle tue aziende è ripresa completamente, in parte o per nulla?

«I settori che da subito hanno sofferto di più sono stati quelli legati al turismo e al trasporto persone. Si pensi solo al turismo sportivo, fieristico, congressuale, della terza età, scolastico, culturale; tutto indotto di ricchezza per il territorio e di business per le categorie sopracitate. A ruota naturalmente sono andati dietro tutti gli altri settori, partendo da commercio, ristorazione, bar e artigianato del food. Questi sono anche i settori che faranno più fatica a tornare a regime, anche perché non c’è possibilità di recuperare il fatturato perso. Tutti gli altri, dalla manifattura alle costruzioni, dall’artigianato di servizio alla produzione, in particolare chi ha mercato estero, ha sofferto tantissimo ed ora sta provando a recuperare come quel ciclista che fora in salita e poi prova a riagganciare il gruppo.
Vedo tanti piccoli imprenditori fare i salti mortali per mantenere il livello occupazionale, piuttosto rinunciando al proprio compenso. Ho visto imprenditrici utilizzare il 100% del finanziamento garantito dallo Stato per anticipare la Cassa integrazione ai propri dipendenti, le piccole imprese sono delle famiglie, non si parli più di “padrone” per favore. I nostri associati ora stanno lavorando praticamente tutti, quindi si può parlare di ripresa dell’attività lavorativa nel senso di fatica, per l’attività redditiva occorre aspettare, riorganizzare le aziende e, per buona parte di esse, sperare come dicevo nella stagione».

Si è finalmente sbloccato l’accesso al credito presso le banche riminesi per gli artigiani riminesi secondo quanto previsto dagli ultimi provvedimenti del Governo?

«Gli Istituti ora lavorano a regime e gestiscono le richieste con tempi più accettabili. Ma se pensiamo che ad oggi in provincia di Rimini sono state accolte solo 2.800 domande capiamo bene che il ritardo di due mesi pesa enormemente sulla liquidità delle imprese ed occorre recuperare rapidamente il tempo perso. Da una parte le banche a Rimini hanno sofferto l’effetto del lockdown sulle proprie organizzazioni, dall’altro i provvedimenti del governo non hanno creato le condizioni ideali per velocizzare le istruttorie».

Il Governo negli ultimi provvedimenti economici ha previsto interventi specifici per gli artigiani? Se si, per quali settori?

«L’ultimo DL Rilancio contiene diverse misure a favore delle piccole imprese. Quella più interessante per il mondo dell’artigianato è senza dubbio l’art. 119 su eco-bonus e sisma-bonus, che interessa tutto il settore delle costruzioni, degli impianti e delle energie rinnovabili, favorendo al tempo stesso la rigenerazione del nostro vetusto patrimonio immobiliare.
Diversi altri provvedimenti sono però interessanti, specie quelli di “ristoro” ovvero le indennità confermate per aprile e maggio e i contributi a fondo perduto calcolati sulla riduzione del fatturato del mese di aprile. Per non dimenticare il credito d’imposta sui canoni di locazione, allargato anche alla categoria C3 dei laboratori artigiani e la riduzione sugli oneri di gestione delle bollette elettriche. La cancellazione di saldo e acconto Irap invece taglia fuori da questo beneficio un numero consistente di piccole aziende, in particolare tutte quelle che rientrano nel regime forfettario, ovvero quelle di più piccole dimensioni, quelle più fragili. Nel complesso un pacchetto di provvedimenti molto interessante che però, per produrre effetti benefici su economia e occupazione, ha necessità di decreti attuativi e procedure in tempi rapidi e soprattutto chiari e semplici da attuare».

Qual è il giudizio della tua associazione sulla gestione dell’emergenza sanitaria del Covid19 e sui provvedimenti economici presi dal Governo?

«La gestione dell’emergenza ha messo a nudo uno dei problemi principali del nostro Paese ovvero la poca chiarezza delle norme e il conflitto istituzionale. Abbiamo passato in rassegna DPCM, Decreti legge, ordinanze regionali, sindacali che assumevano interpretazioni diverse da territorio a territorio, anche all’interno della stessa provincia. Noi peraltro siamo stati una delle zone con maggiori restrizioni, confinante con province trattate invece ordinariamente, quindi ancor più confusione. Se un secondo dopo che esce una norma la risposta al primo dubbio è demandato alle successive interpretazioni o faq istituzionali è evidente che qualcosa non va. Sui provvedimenti economici è apprezzabile lo sforzo profuso con l’ultimo decreto rilancio, ma come dicevo la differenza la faranno le norme attuative. Avremmo apprezzato maggiore attenzione alla piccola impresa almeno per quanto riguarda i contributi a fondo perduto per i quali è stata ampliata troppo la platea dei beneficiari (fino a 5 milioni di fatturato) riducendo di fatto il reale sostegno».

La pandemia di Covid19 sta cambiando molte cose nel nostro Paese, e non tutte per il meglio. Il rischio di una recessione economica nei prossimi mesi è fortissimo. Gli artigiani come si stanno preparando a far fronte a questo difficile momento?

«Siamo ancora nella fase in cui ci si deve preoccupare di garantire liquidità alle imprese per evitare chiusure e fallimenti. Questa servirà a imprenditrici e imprenditori a prendere fiato e programmare una riorganizzazione aziendale per affrontare una recessione che i massimi esperti dicono essere certa. È insita nella piccola azienda la capacità di adattarsi ai cambiamenti e alle nuove esigenze, anche attraverso percorsi formativi e consulenziali mirati. CNA Rimini ha già predisposto pacchetti di pillole formative on line, gratuite per gli associati, che riguardano area digitale, organizzazione aziendale, strategia commerciale e coaching su analisi strategica. Niente si improvvisa, anche questa difficile fase si supererà con sudore, studio, ricerca, creatività e si supererà meglio stando dentro associazioni come CNA che mettono a disposizione delle imprese strumenti e relazioni».

Paolo Zaghini

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