Per il Tribunale dell’Ue la vera piadina è solo quella romagnola. Un grande risultato raggiunto dal Consorzio Piadina Romagnola che ha visto CNA Rimini fin dagli inizi battersi per il riconoscimento dell’ Igp (indicazione geografica protetta). Un riconoscimento che stabilisce come indipendentemente dalla produzione industriale o artigianale, la piadina debba essere sempre prodotta in Romagna e attraverso il protocollo indicato dallo stesso Consorzio.
“Si tratta per il nostro territorio di una grande conquista a tutela di un prodotto capace di esprimere l’eccellenza gastronomica legata alla nostra storia” ha dichiarato Davide Ortalli direttore di CNA Rimini. “Un alimento che rappresenta il nostro territorio e la nostra cultura, capace di emozionare diventando parte integrante dell’esperienza vissuta da chi visita la Romagna e i suoi luoghi”.
“L’ottenimento dell’IGP nel 2014 è stato un grandissimo traguardo, ora finalmente è arrivata anche la soddisfazione di veder riconosciuti, senza fraintendimenti, i diritti che spettano al territorio promotore. La piadina romagnola è roba nostra, è storia nostra, fin da quando cent’anni fa, era un sostituto del pane a cui si ricorreva tra un’infornata settimanale del pane e l’altra. Oggi alle piadine casalinghe sono subentrate in molte case quelle di produzione artigianale, un passaggio culturale dettato anche dai cambiamenti del mercato e delle abitudini delle famiglie. Ma ciò non toglie, anzi rafforza, il concetto del prodotto da tutelare, nell’interesse del territorio, della storia, della tradizione e della nostra economia”.
“Da anni siamo impegnati nella tutela dell’intera filiera legata alla piadina romagnola” – conclude Ortalli – “e oggi una volta in più con questa sentenza finalmente vediamo riconosciuta la sua peculiarità che da sempre valorizziamo attraverso il supporto fornito all’attività del Consorzio della Piadina Romagnola”.