Il presidente del Club Nautico offre al Sindaco la tessera di socio onorario. Niente di più normale; anzi, quasi un atto dovuto, una delle cortesie istituzionali che intercorrono in ogni città.
Ma siamo a Rimini, dove il normale sa diventare straordinario.
Infatti, nel Club Nautico di Rimini domani si voterà per il rinnovo delle cariche sociali. E non sarà un voto qualsiasi, perché ci si arriva dopo mesi di polemiche al calor bianco fra i due gruppi che si disputeranno i voti dei soci.
Da una parte, Gianfranco Santolini, da poco al timone del Club dopo le recenti dimissioni dello storico presidente Pietro Palloni. Con lui, fra gli altri, l’avvocato Paolo Righi, il velista Andrea Musone e vari membri del consiglio uscente.
Dall’altra, una lista che ripropone Palloni come presidente, almeno in via transitoria e con il mandato di riscrivere lo statuto. E che comprende nomi come l’ex sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi, l’imprenditore Paolo Franchini, il dott. Luigi Agli Lazzari, l’avvocato Pietro Baronio, gli ingegneri Roberto Brioli e Marco Manfroni, il velista Fabio Mangione, il giornalista Franco Fregni.
Fra le due cordate si è svolta una campagna elettorale da fare invidia a quella appena consumatasi fra Donad Trump e Hillary Clinton, fra colpi più o meno bassi, interviste di fuoco e minacce di ricorrere a vie legali.
E ora, proprio alla vigilia del voto, emerge che il Sindaco Andrea Gnassi ha accettato la tessera ad honorem offertagli da chi è sì il Presidente del Club, ma è anche uno dei protagonisti di una sfida non delle più serene, per usare un eufemismo.
Una missiva per nulla straordinaria, in circostanze normali.
Se non fosse per quella data del 4 novembre 2016, a soli nove giorni dal voto di domani e per il clima esacerbato che si respira al Club Nautico di Rimini.
Certamente, durante l’assemblea di domani che si concluderà con il voto dei soci, si parlerà anche di questa lettera.