L’assessora all’ambiente del Comune di Rimini Anna Montini segnala: “Si intitola “La linea fragile” il saggio scritto da Alex Giuzio che si concentra sulla vulnerabilità delle coste italiane, giudicando i litorali italiani come i più esposti al surriscaldamento globale e ai suoi effetti, complice anche la forte antropizzazione, la cementificazione e i fenomeni di erosione. In questo quadro di preoccupazione per la tutela delle spiagge e dei profili costieri, l’autore indica il Parco del Mare di Rimini come esempio virtuoso unico in Italia, un intervento di rigenerazione urbana che porta con sé non solo un innalzamento della qualità e della fruibilità del waterfront, ma agisce anche in termini di resilienza ai cambiamenti climatici grazie alla scelta di innalzare la quota di calpestio del lungomare, mitigando i rischi di ingressione marina. Un lungomare pedonalizzato e dunque libero dallo smog, con una nuova linea di infrastrutture verdi che garantisce maggior confort climatico oltre che benefici sulla qualità dell’aria”.
E l’assessora rivendica: “L’innalzamento del lungomare negli interventi del parco del mare è l’esempio del modello di città verso la quale ci dobbiamo orientare: dobbiamo andare non solo verso la città circolare, anche in riferimento agli usi della risorsa idrica, e ad emissioni nette zero di CO2 ma anche verso una città nuova, riadattata con interventi per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici ed anche adattata ad essi con intelligenza”.
“La grande attenzione che va posta sulle questioni energetiche – prosegue – non si traduce solo in un efficientamento degli edifici pubblici, su cui l’amministrazione ha fatto numerosissimi interventi, ma anche creando strumenti come quelli predisposti nel nuovo Rue che fungano da traino agli investimenti di riqualificazione energetica dei privati. Un’attenzione generale stiamo poi ponendo alla questione degli sprechi che di per sé è la prima delle fonti rinnovabili, modulando l’illuminazione pubblica alla presenza o meno del personale negli uffici e con sperimentazione di nuove modalità di illuminazione notturna nella città. Ma è chiaro che le politiche sul tema dovranno essere sempre più orientate alla realizzazione di infrastrutture non solo a consumo zero ma, anzi, capace di produrre e dunque mettere a disposizione della collettività l’energia prodotta da fonti alternative. Penso ad esempio alle nuove scuole, al nuovo hub di servizi comunali in stazione, alla realizzazione di una nuova Comunità energetica nella nostra città”.
“C’è poi il grande investimento del potenziamento delle infrastrutture verdi urbane, con il progetto per la realizzazione di un corridoio verde attraverso la messa a dimora di alberi forestali e di nuove alberature nei viali, in grado di dare un contribuito al contrasto al global warming. Così deve restare sempre alta l’asticella per la raccolta differenziata dei rifiuti unica via per produrre materie prime seconde e contenere il rincaro dei materiali. Un piano energetico generale di tipo locale è comunque il faro attorno al quale predisporre anche interventi di tipo infrastrutturale per la produzione di energia senza l’uso di fonti fossili”, conclude Montini.