“Questi dati sono estremamente interessanti – continua il sindacalista – ed il campione utilizzato è assolutamente rappresentativo della realtà perché analizza circa il 8% dei dipendenti presenti in provincia.
“I lavoratori dipendenti della provincia di Rimini che si sono rivolti al CAF CISL hanno avuto nel 2019 un reddito medio di euro 18.328 euro – illustra Marinelli – il più basso tra le province romagnole, ed inferiore di 168 euro rispetto a quello registrato dall’indagine CAF nel 2017. La provincia di Rimini si classifica al 8°posto in Regione, con un reddito medio inferiore del 21% rispetto alla media regionale”.
“Esaminando anche le denunce dei redditi dei lavoratori under 35 di Rimini – precisa Francesco Marinelli – si riscontrano posizioni reddituali più basse del 41% rispetto alla media di tutti gli altri lavoratori. Questo dato è principalmente dovuto a tipologie di lavoro precarie, ma soprattutto di una cultura dell’organizzazione del lavoro che vede i giovani penalizzati per molto tempo, anche oltre i 30 anni di età, senza possibilità di accedere a posizioni lavorative più gratificanti”.
E’ necessario inoltre un “Patto per le Competenze”, come già richiamato dal recente Patto per il Lavoro e per il clima. “Questo – afferma il segretario – dovrà portare ad un forte rilancio della formazione professionale e ad una formazione continua per i lavoratori. La pandemia ha infatti velocizzato un processo di digitalizzazione che non possiamo abbandonare e che coinvolgerà sempre più le nostre realtà lavorative. I lavoratori devono così poter rimanere aggiornati e conseguire nuove competenze durante tutto il loro percorso professionale”.
“Infine – conclude il Segretario della CISL Romagna – una riforma indispensabile sarà quella fiscale, poiché in Italia la pressione fiscale è insopportabile, in particolare per i dipendenti e pensionati, che contribuiscono al 95% del totale del gettito Irpef. Una riforma fiscale deve essere basata sulla progressività e sulla lotta all’evasione, non sui condoni come invece il Governo ha previsto con il Decreto Sostegni. I 110 miliardi di euro che ogni anno vengono evasi nel nostro Paese- sottolinea il Segretario cislino- significano tantissime risorse in meno che potrebbero essere usate per infrastrutture sociali, sanitarie, e mai come in quest’ultimo anno sappiamo quanto sia importante investire in queste risorse”.