La “guerra di tutti contro tutti” quest’anno sulla stampa è scoppiata in anticipo, “il primo giorno di primavera”, per dirla, anzi per cantarla con i Dik Dik. Solitamente la miccia veniva accesa, dalle associazioni che tutelano i pubblici esercizi e i locali da ballo ad estate iniziata pronti a scendere nell’agone di battaglia al grido “ogni anno la stessa storia, non lo possono fare, è vietato, chiediamo controlli ecc..”.
Sicuramente per come si presentano, per come sono strutturati, hanno ragione: i “Chiringuitos” qualche, anzi molte, perplessità, le suscitano.
L’ attuale Piano Dell’ Arenile del Comune di Rimini, all’ art. 27 secondo comma, prevede l’installazione stagionale di strutture leggere, tipo “Gazebo” per la somministrazione di bevande ecc. (in buona sostanza gli attuali “Chiringuitos”), solo a seguito della “costituzione dei “Comparti di Intervento di Stabilimenti balneari” previsti dall’ art. 14 di detto piano..
Attualmente i “Chiringuitos” presenti soprattutto nella zona a sud del porto-canale non hanno quelle caratteristiche richieste dal “Piano” in quanto, appunto, non previsti in attuazione di “comparti” ma installati a macchia di leopardo su zone già in concessione ad uso di stabilimenti balneari.
La “check list” pubblicata sul sito del comune di Rimini autorizza esclusivamente “ombrelloni attrezzati” mentre quelli che vengono installati sono nella quasi unanimità dei casi delle vere e proprie strutture alle quali sono anche allacciate le utenze necessarie per la somministrazione di bevande. In buona sostanza NON SONO CONFORMI AL PIANO SPIAGGIA.
Anche dal punto di vista edilizio, visto che non si tratta solo di “ombrelloni attrezzati” per un evento una tantum ma di vere e proprie “strutture” che si ripropongono annualmente per tutta la stagione, è lecito porsi domande sulla loro legittimità.
Ogni anno si assiste ad un vero mercimonio di tali strutture con veri e propri contratti di sub-affitto in quanto raramente sono gestiti dai titolari di licenza dei chioschi bar. È sufficiente andare a controllare. Anzi, per come sono conformati, siamo di fronte e ad una sorta di “ulteriore concessione”, diversa sia dal “Chiosco-Risto-Bar che dallo Stabilimento Balenare, ad una ulteriore possibilità di guadagno utilizzando un bene demaniale solo per alcuni (senza forme di pubblicità comparativa alle quali tutti avrebbero diritto di partecipare) non prevista, ripeto, per come si presenta di fatto da anni dal Piano dell’ Arenile.
Se poi si vuole porre la questione dal punto di vista dell’ordine pubblico, le affermazioni di alcuni gestori dei “Chiringuitos” che si elevano a tutori e garanti della sicurezza “perché la spiaggia è illuminata e controllata grazie ai loro presidii”, a parte la becera cultura del “privato tutore dell’ordine e della sicurezza in sostituzione dello Stato”, queste affermazioni rasentano il ridicolo. Sono una barzelletta. Lo scorso anno le autorità di polizia sono dovute intervenire più volte, “e non di iniziativa”, chiamate a fronte di episodi “non chiari” avvenuti in occasione di “eventi” organizzati dai “Chiringuitos”. Se lo sono già dimenticati?
Roberto Biagini (Coordinamento Nazionale Mare Libero)