Che giorno è oggi? Mi direte l’8 marzo. Ma che giorno è l’8 marzo? Mi direte la Festa della donna.
Ma lo è davvero un giorno di festa? Ufficialmente è la Giornata internazionale della donna. Per tanti anni abbiamo, chi più chi meno, festeggiato questa giornata. Con i nostri colleghi di lavoro che ci riempivano le scrivanie di fiori. Spesso delle mimose comprate al semaforo prima di arrivare in ufficio. Siamo andati avanti così, celebrando un giorno. Riconoscendo, almeno per quel giorno, il ruolo della donna nel nostro mondo.
Che giorno è oggi? Oggi in Italia è una giornata di scioperi, manifestazioni, volantinaggi, minuti di silenzio, cortei. Oggi in Italia si parlerà delle donne. Di quello che fanno per la società, spesso senza ottenere il giusto riconoscimento. Del loro ruolo nella vita quotidiana. Nelle aziende che portano avanti questo Paese. Nelle stanze dove si decide il futuro delle nostre generazioni. Oggi si parlerà di quella metà considerata debole. Ritenuta una perenne minoranza, a volte da tutelare, altre da limitare.
Che giorno è oggi? Per me è anche il giorno di ricordare quelle donne che non ci sono più. Le 116 che ci hanno lasciato l’anno scorso. Una ogni tre giorni. Quelle donne strangolate perché volevano tornare a respirare la libertà. Quelle donne bruciate perché volevano lasciarsi alle spalle l’inferno delle relazioni malate. Quelle donne che non ci sono più perché secondo qualche giornalista hanno pagato lo “scatto d’ira” o “la folle gelosia” o “l’amore fatale” di un compagno possessivo. Quelle donne che non ci sono più perché sono state uccise. Non ci sono altre motivazioni o attenuanti. Finora la società ne ha già offerte troppe, anche nei racconti. Oggi è un giorno anche per parlare di Gessica, la nostra concittadina riminese. Sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Toccata nel viso ma non nell’animo. Quando sono andata a trovarla al Bufalini di Cesena, il giorno dopo il ricovero, ho visto in lei il coraggio di noi donne. E oggi è il giorno per ricordarle che siamo tutti dalla sua parte. E lo saremo sempre.
Che giorno è oggi? Per tante di noi è il giorno di alzare la voce, incrociare le braccia e urlare a questo mondo maschio: «Ci sono anche io. Sono una donna che lavora come voi, spesso meglio di voi, e prende meno di voi. Ci sono anche io, con la mia carriera condizionata più dal mio fisico che dalla mia preparazione. Ci sono anche io, che per essere assunta devo prima firmare le dimissioni. Ci sono anche io, che ogni giorno devo scegliere tra lavoro e famiglia, tra figli e promozioni».
Che giorno è oggi? Per me, da assessora regionale alle Pari opportunità della Regione Emilia-Romagna, è soprattutto un giorno di bilanci. Cosa abbiamo fatto, cosa dobbiamo ancora fare e cosa avremmo potuto fare meglio. Potrei raccontare della nostra legge regionale per la parità di genere, del Piano per il contrasto alla violenza, dei fondi che stanziamo (solo lunedì abbiamo annunciato quattro milioni di euro per il biennio) che fanno di noi un modello nazionale nel sostegno ai centri antiviolenza e alle case rifugio. Non voglio fare l’elenco, ma vi posso assicurare, e tutti lo possono confermare, che ce la stiamo mettendo tutta. Ogni giorno. Tutti i giorni. Per fare in modo che il prossimo 8 marzo sia davvero un giorno di festa.
Emma Petitti