Su proposta del Segretario generale della CGIL di Rimini Graziano Urbinati si è tenuta giovedì 28 settembre una riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti di numerose realtà territoriali sia politiche che legate al mondo dell’associazionismo:
Giusi del Vecchio-Anpi; Giorgia Parentelli, Elena Iriti-Libera; Fortunato Stramandinoli-SI; Rosella de Troia-Comitato per la Democrazia Costituzionale provinciale (già Comitato per il NO al Referendum Costituzionale) e Libertà e Giustizia; Alberto Vanni Lazzari-Segretario comunale Pd; Giuseppe Cicchi-Mdp; Manila Ricci-Casa Madiba; Ado e Moriba-Casa Gallo; Marco Tonti-Arci gay; Paolo Pantaleoni, Savio Galvani-Rifondazione Comunista; Antonella Beltrami-Istituto Storico della Resistenza; Enrico Pecorari-Federconsumatori; Primo Silvestri-Giornalista; Paola Gualano-Rompi il Silenzio, Sergio Valentini, Giacomo Pacassoni-Rimini in Comune; Graziano Urbinati, Claudia Cicchetti, Primo Gatta, Maria Teresa Zangara.
Tema della discussione l’emergere in Italia e in Europa di movimenti culturali e politici di matrice fascista che, per quanto a distanza di tempo ripropongono condizioni che sono state caratteristiche di un’epoca passata negli anni tra i 20 e 40 del secolo scorso. Condizioni economiche simili con una diffusa disoccupazione, con una distanza sempre più ampia tra ricchi (sempre di meno e sempre più ricchi) e poveri (sempre di più e sempre più poveri) che ha eroso il ceto medio. Queste condizioni, allora come oggi, non producono, da parte del popolo una scelta politica che guarda a sinistra, al contrario si cercano soluzioni facili, individuali ed egoistiche lasciando spazio alla cultura populista e alle derive di destra estrema e fascista. Poveri che si accaniscono contro i più poveri che oggi nel nostro Paese sono rappresentati dai profughi, dagli immigrati, dai disoccupati, dai pensionati al minimo, ma anche da tutte le minoranze variamente identificate.
Va invece combattuto, questa l’opinione comune dei partecipanti, l’attuale progressivo smantellamento dei diritti politici e sociali così faticosamente conquistati nei decenni scorsi perpetrato in nome della tutela degli interessi economici.
Il sentimento comune emerso negli interventi è stata la necessità di far fronte, insieme, alla barbarie che avanza, tenendo conto delle emergenze che sono oggettive e che vanno risolte. Ciò a partire da alcune azioni che si possono intraprendere fin da subito:
– costituire un coordinamento permanente antifascista il più ampio possibile
– costruire una rete informativa per conoscere le esperienze e i progetti messi in campo dai vari soggetti ciò anche allo scopo di sviluppare le opportune sinergie
– lavorare alla realizzazione di una manifestazione cittadina antirazzista e di iniziative correlate
– sostenere l’esperienza di Casa Gallo
– scrivere un documento/piattaforma.