«Io sono Borgia. Una famiglia spagnola alla conquista dell’Italia tra storia, mito e narrazioni» con Lia Celi e Andrea Santangelo – Mercoledì 29 giugno ore 21.00 – Giardino di Casa Moretti, Cesenatico
Col titolo «Ritorni», Casa Moretti si appresta a proporre al pubblico dell’estate la nuova edizione della «Serenata delle Zanzare». Si tratta infatti di “ritorni” negli spazi, domestici e poetici del giardino di Casa Moretti e di quelli suggestivi di Piazza delle Conserve, come di ritorni di alcune voci della poesia e di amici di Casa Moretti.
Apriranno la rassegna la scrittrice, giornalista e autrice televisiva, LIA CELI insieme allo storico ANDREA SANTANGELO, saggista ed esperto di storia militare. L’incontro dal titolo “Io sono Borgia” vedrà il brillante duo muoversi tra storia, mito e narrazione delle vicende della famiglia Borgia. Del resto, Celi e Santangelo da tempo vanno affrontando figure e temi della storia, divertendosi a passare con grande disinvoltura dalla saggistica alla narrativa d’invenzione tenendo ben presente sullo sfondo le vicende di quei medesimi periodi e personaggi di cui si sono occupati. È il caso dei Borgia: per cui nel 2019 hanno pubblicato il volume “Le due vite di Lucrezia Borgia” e, più di recente, hanno dato vita ai noir collegati alla storia di questa grande famiglia: “Ninnananna per gli aguzzini” (2020) e “L’eredità dei Borgia” (2021). Fra citazioni pop e impeccabili fonti storiografiche, fra gossip d’epoca e ricostruzioni alla CSI, “Le due vite di Lucrezia Borgia” traccia la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita, bella e contesa come l’Italia del suo tempo, opportunista e ingegnosa, santa e femme fatale. Veleni inclusi…
A quella stessa famiglia apparteneva il duca Valentino, alias Cesare Borgia, che inviò a Cesenatico il grande Leonardo Da Vinci affidandogli la campagna di sopralluoghi per la verifica di tutte le infrastrutture militari e strategiche del nuovo ducato di Romagna, e noi «non avremmo storia, e non saremmo felici» e, in pratica, non saremmo ciò che siamo senza quel passaggio, dice Moretti (“Il tempo felice”, 1953).
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.