Cesena Vs Perugia, sulle locandine si scrive così.
Vengo invitato da un vecchio amico, tifoso bianconero, a vedere la partita di esordio dei cesenati nel campionato cadetto. Lui sa cosa penso io, sa che sono biancorosso al limite della patologia, ma una volta all’anno troviamo un punto d’ incontro.
Io non gufo – pubblicamente – e lui accetta le mie faccette non troppo tristi quando – quando ci sono io avviene immancabilmente – gli avversari di turno segnano. Così, dopo un Cesena – Bari dello scorso campionato, mi avvio verso l’Orogel Stadium-Dino Manuzzi. Bisogna partire presto, per fare il biglietto e mangiare qualche cosa entro le 20 e 30 bisogna essere in giro già dalle 18 e 30. Fila e tanta gente ovunque, al botteghino per i biglietti, alla piadineria sull’esterno, ai tornelli per entrare e anche dentro, nonostante abbiamo centrato un settore non troppo pieno dove si respira.
Osservo…
Quello stadio l’ho visto molto raramente da una prospettiva diversa dalla curva ferrovia – tradizionalmente riservata agli ospiti – e mi guardo intorno.
Vedo tante facce sorridenti, tanti tifosi colorati di tutte le estrazioni e di tutte le età. La struttura e’ accogliente, si vede bene e si sente bene.
Cosa si sente? Ma il tifo ovviamente, chi predica uno stadio muto vaneggia. Il tifo è la colonna sonora della partita e non può mancare, perché non esiste situazione importante senza la degna colonna sonora.
Inevitabile e inesorabile pian piano comincio a fare quello che non dovrei. Mi lancio nel paragone. C’è Cesena Vs Rimini nella mia mente. Mentre il Perugia sul campo mette un po’ alle corde i padroni di casa, io nella mia testa mi avventuro nell’eterna croce e delizia del tifoso riminese.
Ripenso ai nostri anni in B. Non devo tutto sommato tornare indietro anni luce per ricordare non tanto la mitica Rimini Vs Juventus che ci rese per un giorno padroni della scena, mi basta ricordare un Rimini Vs Modena del 4 settembre 2005.
Gara terminata 1 a 1 con gol del “lavavetri” Simone Motta pareggiato da un rigore di Bucchi procurato da un giovane Thomas Manfredini, che qualche anno più tardi in serie A con la maglia dell’ Atalanta arriverà a sfiorare la nazionale.
Anche a Rimini arrivavo allo stadio molto presto, sorrisi, file enormi e tanta gente ovunque.
Dunque fin lì eravamo arrivati anche noi, anche se il nostro stadio non era e non è certamente all’altezza di un confronto con i cugini. E allora scatta la domanda.
Perché a Rimini ad un certo punto si è quasi lucidamente scelto di perdere tutto questo? Sappiamo più o meno tutti la cronaca dei tempi sullo stadio nuovo che non si fece eccetera. Ma non mi tornava una parte del discorso.
Oggi un piccolo particolare mi ha chiarito forse il tutto.
Non è tanto quello che ho visto dentro lo stadio di Cesena a fare grande il movimento bianconero, stadio stesso compreso.
È la partecipazione comunque fattiva della Cesena non tifosa a cambiare le cose, la partecipazione di chi sponsorizza, di chi partecipa alla vita della squadra o al rifacimento continuo di quello che è sempre un bellissimo stadio.
Là tifosi e non tifosi riconoscono nel calcio un simbolo identitario importante per la città tutta, anche chi non tifa attivamente sente vicinanza e orgoglio di quel movimento.
E da noi? Da noi – oggi la locandina di un quotidiano me l’ha confermato inesorabilmente – il movimento calcistico non è vissuto nella stessa maniera da chi non segue, da chi non tifa e da chi non partecipa e da buoni riminesi mai banali e passivi andiamo oltre! Sì, oltre!
Caro sindaco Andrea Gnassi, vuoi che io tiri fuori soldi per aiutare il tuo Rimini? Allora non mettermi i Rom davanti all’azienda.
Merce di scambio, non orgoglio e partecipazione. Nel sostegno alla squadra si vede una mercanzia, un elemento di scambio.
Sono sicuro che questo atteggiamento mentale non è l’ atteggiamento dei più. Sono altrettanto certo del fatto che quando si entra in tematiche come queste, generalizzare è sbagliato. Ma io sono convinto che i cugini un affronto come questo in casa loro non l’avrebbero mai partorito.
Tornando al quotidiano, il Rimini F. C. comunica di aver raggiunto un accordo con i giocatori Giacomo Barbanti e Luca Valeriani per il campionato 2016-17.
Barbanti, portiere classe ’94, ha giocato nelle giovanili del Rimini per poi indossare le casacche della Vis Misano e della Sammaurese in Eccellenza, ancora del Misano e della Fya Riccione, società nella quale ha militato nelle ultime due stagioni, nel campionato di Promozione.
Valeriani, centrocampista classe ’91, è cresciuto nel settore giovanile del Rimini. Con la prima squadra biancorossa ha esordito in serie D nel campionato 2010-11 collezionando 21 presenze e mettendo a segno 3 reti. Sempre col Rimini ha giocato due stagioni e mezza in Seconda Divisione totalizzando 62 gettoni di presenza conditi da 11 reti. Nel gennaio 2014 l’approdo al San Marino Calcio, in Prima Divisione, dove ha giocato una stagione e mezza per un totale di 27 presenze. La scorsa stagione ha giocato nel campionato interno sammarinese con la casacca della Folgore.
Si prosegue verso il campionato, domani sera a Cesenatico contro la Savignanese – gara di Coppa ore 20 e 30 – si avranno nuove indicazioni in vista dell’esordio di Argenta in programma domenica.
Argenta, Savignano sul Rubicone… con orgoglio e con umiltà, in attesa di tempi migliori.
Forza Rimini!
Emanuele Pironi