“Ringraziamo l’agenzia stampa ‘Chiamami Città’ per l’attenzione che riserva al nostro lavoro programmatorio per Rimini 2021, ma ciò che scrive la Redazione nel comunicato odierno è pura fantasia”. Esordisce così il comunicato unitario di Jacopo Morrone (Lega), Gioenzo Renzi (FdI) e Antonio Barboni (FI) “a nome della task force formata da forze politiche e civiche al lavoro per individuare candidati e programma alternativi alla sinistra alle prossime elezioni amministrative a Rimini”.
Una smentita che in realtà smentisce ben poco. Infatti: “Di certezze assolute ancora non ce ne sono. L’amico Lucio Paesani è una grandissima risorsa per la città e per l’ampia area che si è riunita intorno all’ambizioso progetto che si sta elaborando, ma ancora è troppo presto per ‘bruciare’ inutilmente nomi di prestigio nella hit parade delle candidature. Giustamente Paesani si è schierato contro il Governo Conte, che, con i continui ‘stop and go’, sta mandando a gambe all’aria l’economia del paese. Come tante personalità locali, Paesani sarà certamente in campo perché Rimini ritorni ad essere un punto di riferimento per l’Emilia-Romagna e per la costa adriatica. Il lascito del Pd e del centrosinistra non è certamente esaltante. Per quanto siano verosimili le classifiche stilate annualmente da quotidiani nazionali, Rimini è precipitata, in ambiti importanti della vita cittadina, a livelli poco invidiabili. C’è dunque molto da fare, da recuperare e da progettare, dopo gli ultimi fallimentari anni di amministrazione Gnassi. Crediamo, quindi, che più che le illazioni per il toto-candidati, le priorità siano altre”.
Ricapitolando, non si nega l’incontro svolto dal centro destra in Provincia – o della “task force” che gentilmente ci scrive – nè che Paesani vi abbia preso parte. Non si smentisce l’incontro dello stesso Paesani con Matteo Salvini e Giorgia Meluni a Roma. E non è smentibile che Paesani abbia preso l’iniziativa di candidarsi a sindaco di Rimini, se non altro perchè è stato lo stesso Lucio Paesani ad annunciarlo. Evidentemente è proprio la “fantasia” che fa difetto a Chiamamicitta.it.