Un cuore grande così. E’ quello che hanno i volontari del Centro 21 di Riccione, che da oltre 20 anni sono impegnati, ogni giorno, a rendere la vita più semplice, non solo a ragazzi affetti dalla Sindrome di Down, ma anche a bambini con disabilità fisiche e intellettive. Questa Onlus, che ha per presidente la riminese Maria Cristina Codicè ( co-fondatrice anche della Cooperativa Cuore 21), è diventata,un vero e proprio fiore all’occhiello della realtà locale e soprattutto un punto di riferimento per le famiglie di tutti questi bambini e giovani adulti.
Laboratorio teatrale: i ragazzi preparano il materiale per le LETTURE ANIMATE presso le scuole.
SignoraCodicè, da quanto esiste esattamente Centro 21?
«Il Centro 21 nasce a Riccione nel 1993, quale sede distaccata di Centro 21 di Bologna, dal 2008 assume la totale indipendenza, è un’associazione di volontariato. Nel 2015 nasce invece la cooperativa sociale Cuore 21 quale ‘braccio operativo’ di Centro 21».
Perché è nato questo centro?
«Centro 21 nasce per volere di alcune famiglie di bambini con Sindrome di Down, con alcuni volontari, per un aiuto e sostegno vicendevole nel lavoro quotidiano coi propri figli, oggi adulti. Nel tempo si sono aggiunte molte famiglie con figli con disabilità divers
Laboratorio teatrale: i ragazzi preparano il materiale per le LETTURE ANIMATE presso le scuole.
Laboratorio teatrale: i ragazzi preparano il materiale per le LETTURE ANIMATE presso le scuole.
Laboratorio teatrale: i ragazzi preparano il materiale per le LETTURE ANIMATE presso le scuole.
e ma sempre con ritardo intellettivo. Alcuni soci e le educatrici hanno poi fondato Cuore 21, che organizza e gestisce attività educative ed artistiche sia per i ragazzi di Centro 21 che per bambini del territorio sia normodotati che con disabilità».
Da quanto personale è composta questa associazione?
«L’associazione è composta esclusivamente da soci volontari, ad oggi circa 70 persone».
E la Cooperativa invece?
«La cooperativa occupa invece 13 persone fra soci lavoratori, soci volontari, dipendenti, collaboratori ed 1 lavoratrice svantaggiata».
Di quante persone con disabilità intellettiva e fisiche vi occupate? Provengono tutte da Riccione e la Romagna o anche da fuori?
«Seguiamo attualmente circa 25 adolescenti e giovani adulti che provengono prevalentemente dal circondario di Riccione, ma abbiamo anche ragazze di Rimini, di Novafeltria, oltre ad alcune della provincia di Pesaro/Urbino. Con le attività di Cuore 21 ci occupiamo di circa 60 bambini di cui 6 con disabilità sia fisica che intellettiva. Fanno riferimento all’associazione anche una dozzina di famiglie con bimbi piccoli con Sindrome di Down».
Quali sono le attività che proponete al Centro 21?
«Il lavoro principale è rivolto all’educazione alle autonomie personali dei ragazzi per prepararli ad un futuro di vita indipendente dalle famiglie, seguendo progetti molto personalizzati. Per questo realizziamo Esperienze di Residenzialità presso il Centro Daniela Conti in Via Limentani a Riccione. Ad oggi abbiamo 5 gruppi appartamento, ogni gruppo riesce a sperimentare la residenzialità una volta al mese, per tutto l’arco dell’anno. Settimanalmente ci sono incontri di sostegno/formazione per i ragazzi a livello metacognitivo. Parallelamente si lavora con le famiglie con incontri e colloqui di sostegno alla genitorialità. Il corso di Danza e Teatro, la danza in tutte le sue forme contribuisce allo sviluppo della persona, al suo benessere ed offre un ponte ed una possibilità di comunicazione tra chi danza e chi guarda. Ogni attività proposta ha come obiettivo la valorizzazione della diversità in quanto portatrice di risorse e bellezza tutte da scoprire e tutte da svelare. Un laboratorio motorio, Motomoto, finalizzato ad un avvicinamento all’attività fisica, in particolar modo al movimento come stile di vita. Il Laboratorio a 21 Mani coinvolge sia i ragazzi che diversi volontari, sono attività di tipo manuali che vanno dalla realizzazione di Bomboniere Solidali, la creazione di articoli da regalo, laboratorio di falegnameria e cura del giardino. Il corso di Yoga è un appuntamento fisso da alcuni anni, pur essendo impegnativo è molto amato dai ragazzi».
E’ difficile mantenere una onlus? Da dove arrivano i soldi che sostengono il vostro centro?
«Realizzare tante attività è molto impegnativo, anche se alcune attività sono possibili grazie all’opera dei volontari, la gestione generale richiede l’impegno costante di diverse persone ed il coinvolgimento di professionisti diversi, anche per questo è stata creata la cooperativa Cuore 21. I soldi vanno ricercati a 360°, in piccola parte provengono da alcuni finanziamenti pubblici, oggi sempre più scarsi, poi dall’autofinanziamento delle famiglie stesse, dal 5×1000, da donazioni di privati e collaborazione con aziende, dalla presenza a mercatini, da eventi e campagne di autofinanziamento, dagli spettacoli dei ragazzi fino alla realizzazione delle bomboniere».
Perché è importante che il Centro 21 continui la sua opera di integrazione di questi ragazzi?
«Come dicevo l’opera di Centro 21 è principalmente di tipo educativo e formativo proprio perché i ragazzi piano piano non necessitino più di ‘assistenza’ ma riescano a vivere una vita da adulti indipendenti. Parallelamente portiamo avanti un lavoro culturale, i ragazzi già da qualche anno, adeguatamente preparati, stanno realizzando all’interno delle scuole del territorio laboratori di formazione coi bambini per creare una cultura dell’accoglienza ed aiutare i bimbi a vivere la vera integrazione».
Possiamo dire che questa è un’eccellenza di Riccione?
«Sicuramente è una ricchezza per Riccione e per tutto il circondario. Come associazione e cooperativa cerchiamo solo di valorizzare la ricchezza, la bellezza e l’unicità che ogni persona è. Spesso i nostri volontari dicono: ‘arriviamo qui da voi con mille problemi e torniamo a casa sereni».
Quali sono i vostri sogni nel cassetto? C’è qualcosa che avreste voluto realizzare e ancora non siete riuscite a fare?
«Ah ah ah, per questa domanda ci vorrebbe un’intervista ad hoc! Più realizziamo iniziative più nascono esigenze, bisogni ed idee nuove. Un desiderio che abbiamo è quello di realizzare una sorta di condominio solidale, una grande casa in cui i ragazzi possano vivere stabilmente in autonomia ma non ‘soli’. Il Centro Daniela Conti è già troppo piccolo per noi. Stiamo anche lavorando per poter far si che almeno alcuni dei ragazzi possano avere un vero lavoro, per passare realmente dalla condizione di assistiti ad una autonomia completa. Questo permetterà a nuovi ragazzi o a quelli che oggi sono ancora piccoli di iniziare la loro strada verso l’autonomia».
Nicola Luccarelli