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Centri estivi, le nuove regole della Regione: “Servirà ancora massima cautela

Gruppi più ampi, distanza di un metro (due per le attività sportive), ingressi scaglionati, controllo della temperatura, attività all’aperto e attenzione sui pasti. Perchè anche in estate servirò ancora “la massima cautela, per l’incidenza delle varianti tra le fasce più giovani”. Lo ha ribadito la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, che questa mattina in commissione Istruzione ha presentato il piano definito da viale Aldo Moro per i centri estivi, in parte già anticipato ieri in aula durante il question time.

Il protocollo definito al tavolo con i gestori prevede dunque di “aumentare i gruppi stabili, che resteranno omogenei e con gli stessi operatori”. I gruppi saranno fino a 25 ragazzi e sarà mantenuto il rapporto di un operatore per 15 bambini (fino ai sei anni) e di uno a 20 (sopra i sei anni). “Speriamo di non essere smentiti dal protocollo nazionale”, afferma Schlein.

Per quanto riguarda le misure di precauzione, è stata definita la dotazione dei servizi igienici e vengono mantenute le indicazioni per pulizia dei materiali e dei giochi, nonchè la sanificazione delle mani. “Ci sarà l’educazione al distanziamento di un metro e di due metri per le attività sportive – spiega Schlein – e ancora attenzione ai pasti, accompagnamento e ingressi scaglionati, possibilità di controllo della temperatura”. I Comuni possono individuare anche altri spazi e immobili idonei come ludoteche, centri famiglie e fattorie didattiche. Il personale dei centri estivi sarà  composto da un responsabile qualificato e da operatori almeno diplomati oltre agli ausiliari. Potranno esserci anche i volontari fino ai 16 anni di età, ma non possono sostituire l’adulto. La Regione ripropone anche il corso formativo, che nel 2020 ha avuto oltre 10.000 accessi.

“La sanità equipara il personale dei centri estivi a quello della scuola – ricorda poi Schlein – una parte di educatori è già vaccinata. Per i tamponi rapidi, da mesi c’è la possibilità di farli in farmacia per bambini e familiari, una scelta che manterremo. Rifletteremo, poi, su ulteriori iniziative da proporre in estate”. In presenza di bambini e adolescenti con disabilità, l’invito è di aumentare gli operatori (almeno uno per ragazzo).

Se le domande saranno superiori alla ricettività – aggiunge la vicepresidente – la priorità sarà data a partire dalla fragilità famigliare, dalla disabilità e dalla difficoltà di gestire i bambini da parte dei genitori che lavorano”. Confermati anche i sei milioni di euro stanziati dalla Regione per abbattere le rette di frequenza ai centri estivi. “Ora attendiamo che sia il Governo a dare le disposizioni nazionali – ricorda Schlen – abbiamo affrontato la questione con le altre Regioni, un lavoro plurale che ha in sostanza proposto la riscrittura del protocollo nazionale che è stato inviato il 28 aprile al Governo”, poi di nuovo sollecitato il 5 maggio scorso.

“Abbiamo anche chiesto al Governo di rifinanziare i centri estivi – ribadisce la vicepresidente – nel 2020 sono stati stanziati 130 milioni di euro e in Regione ne sono arrivati 10. Per le rette è stata confermata la flessibilità e aumentata soglia Isee da 28.000 a 35.000 euro per aumentare la platea. In totale, nel 2020, dei sei milioni ne sono stati usati solo 3,5 milioni”. Da questo punto di vista, Valentina Castaldini (Fi), invita la Regione a spendere le risorse avanzate dall’anno scorso “per le categorie più deboli, ma si includa anche nei servizi un menu più ampio per un’offerta educativa più interessante. Ad esempio, corsi di lingua inglese, vacanze con socializzazione e un aiuto culturale alla famiglia”.

Sul versante sanitario, invece, Castaldini propone “convenzioni con farmacie per i tamponi nei centri estivi”. Quindi chiosa: “Se le ipotesi della Regione vengono confermate dal Governo, credo possano soddisfare molti gestori, anche nel pubblico”.

Parla di “lavoro ben fatto” la consigliera della lista Bonaccini Stefania Bondavalli. “Grazie alla mutata situazione epidemiologica, oggi può variare il rapporto operatori-bambini che può tornare a quello dei tempi ordinari. In attesa del protocollo nazionale, però, va mantenuta la prudenza e servono precauzioni. Occorre agire in fretta, perchè la richiesta dei territori è pressante”.

Secondo Marilena Pillati del Pd, “la Regione ha fatto bene a darsi un protocollo”, ma segnala la mancanza sulle attività per i bimbi nella fascia 0-3 anni. “Penso che le attività per questi ultimi continueranno con le stesse modalità dei nidi – ragiona la dem – alcuni Comuni da giugno passano le attività a cooperative e possono accogliere anche chi non ha frequentato nell’anno che, seppur con difficoltà, hanno funzionato”.

(Agenzia DIRE)

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