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Cattolicaperlascuola: “vogliamo vedere lo studio di fattibilità sull’aumento delle rette per i pasti della scuola”

Nel Consiglio comunale del 27 marzo 2018 l’amministrazione Gennari ha annunciato di prevedere l’aumento del costo del pasto in mensa degli alunni della Scuola Primaria; il Sindaco ha inoltre confermato l’impossibilità di procedere all’internalizzazione della mensa scolastica desunta da uno studio di fattibilità redatto dal Dirigente Tecnico, dr. F. Rinaldini. Su questo argomento un comunicato di “Cattolica per la scuola”:

Come ha ricordato lo stesso Sindaco in Consiglio, Giovanna Ubalducci, ex assessore della Giunta Cecchini e candidata alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del 2016, aveva fatto riferimento a un analogo – o allo stesso, chissà – studio di fattibilità per giustificare le decisioni prese dalla Giunta di cui faceva parte. All’indomani del confronto pubblico del maggio 2016 in cui si era parlato dello studio di fattibilità, Cattolicaperlascuola aveva presentato una richiesta di accesso agli atti, e la risposta ottenuta era stata che lo studio di fattibilità non era disponibile in quanto a uso interno. In Consiglio Comunale, il Sindaco Mariano Gennari ha dichiarato di essere favorevole a rendere disponibile lo studio di fattibilità analizzato dalla sua Giunta per arrivare alla stessa conclusione a cui era pervenuta la Giunta Cecchini. Aspettiamo quindi che dia seguito a questo suo intento e rimandiamo ad allora un commento più articolato in merito.

Quanto all’aumento di 20 centesimi che si profila all’orizzonte, ci chiediamo se ancora una volta il bando di gara sarà redatto secondo i desiderata manifestati da chi fornisce attualmente i pasti, o se si penserà prima di tutto ad ascoltare gli utenti e a concordare con loro quanto andrà a regolamentare la partecipazione delle ditte interessate a concorrere. A questo proposito val la pena di sottolineare che nessuno vieta di abbassare la base d’asta al di sotto della tariffa attualmente richiesta. Nel vecchio bando del 2012 si richiedeva ai concorrenti in gara di avere una capacità produttiva di mille pasti giornalieri, che a Cattolica non servono. Quel requisito dovrebbe essere abbassato a 700/750 pasti giornalieri, che dovrebbero essere più che sufficienti a coprire il fabbisogno quotidiano, permettendo di partecipare anche ad aziende di dimensioni più modeste.

Gli insoluti che si registrano nel servizio – sono famiglie che non presentano il buono pasto pur lasciando i figli a scuola a pranzo o famiglie che forniscono il pasto a casa, andando a riprendere i figli nell’intervallo della refezione per poi riportarli nel pomeriggio? – inducono l’Amministrazione a “spalmare” il mancato incasso della ditta appaltatrice sugli utenti solventi, invece di stanziare fondi che possano coprire il fabbisogno delle famiglie in affanno: è una scelta politica molto opinabile, considerando le risorse mandate in fumo, è il caso di dirlo, per attività non socialmente utili. Val forse la pena di ricodare all’Amministrazione che l’intervallo del pasto, nella scuola a tempo pieno, è tempo scuola, e che dovrebbe ricadere nel vincolo di gratuità della scuola pubblica garantito dall’articolo 34 della Costituzione. Lo Stato, invece, a un certo punto ha preferito inserire la mensa scolastica tra i servizi a domanda individuale, che prevedono comunque una compartecipazione dell’ente ai costi, il che significa che, dopo aver individuato il costo complessivo del servizio, l’ente comunale dovrebbe stabilire la misura percentuale finanziabile con risorse comunali, e definire poi la residua misura percentuale finanziabile mediante tariffe e contribuzioni a carico diretto dell’utenza (art. 6 comma 1 D.L. 55/1983; art. 172 comma 1 lettera e del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267): a Cattolica l’ente definisce il costo individuale del servizio e lo gira in toto all’utenza. Infine, una chiosa sulla procedura di assegnazione dei fondi già disponibili inserita dall’Amministrazione Cecchini: non funziona, e con il Sindaco Gennari se ne era ampiamente discusso in Consiglio di Istituto e nel Comitato dei Genitori; congegnata com’è, finisce per spingere anche chi ne avrebbe bisogno a non presentare la domanda con cui si vedrebbe comunque assegnare un numero di buoni pasti irrisorio per il fabbisogno annuo.

Sappiamo che è in programma un incontro dell’Amministrazione con il Comitato Genitori subito dopo Pasqua e speriamo sia illuminante. Questo scritto vuol anche essere una sorta di memorandum per chi discuterà con i tecnici e i politici in quella occasione. Se i risultati dell’incontro non dovessero essere soddisfacenti, sarebbe auspicabile una risposta forte da parte del Comitato dei Genitori”.

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