I pescatori costieri artigianali e i piccoli piscicoltori locali sono stati attivamente coinvolti nella progettazione di un piano di gestione degli stock della fascia costiera emiliano-romagnola. Il piano riguarda tre specie di particolare valore a livello locale, individuate dal settore all’interno della regione. Nel progetto sono stati coinvolti anche il centro di ricerca per la Pesca e l’Acquacoltura MARE Soc. Coop. di Cattolica.
La rete FARNET, il network che raggruppa tutti i FLAGs, Fisheries Local Action Groups (FLAGs), dell’Unione Europea ha selezionato nei giorni scorsi come “Good Practice Project” questo progetto dedicato alla piccola pesca artigianale, realizzato dalla M.A.R.E. Scarl in Emilia-Romagna, cofinanziato dal FLAG Costa dell’Emilia-Romagna con 20mila euro.
Durante la progettazione della strategia di sviluppo locale ad opera del FLAG, la comunità locale ha individuato, tra le principali criticità, la mancanza di coordinamento nella gestione degli stock dei nove porti della costa emiliano-romagnola. Il problema era emerso nel corso della consultazione che il FLAG aveva indetto tra tutti i portatori di interessi locali all’inizio della sua attività. Il FLAG ha pertanto deciso di istituire un gruppo di lavoro che riunisse le forze del settore della pesca e dell’acquacoltura e degli esperti locali, al fine di elaborare un piano di gestione comune per la regione. Nassarius mutabilis (lumachini di mare), Sepia officinalis (seppie) e Squilla mantis (canocchie/pannocchie) sono le tre specie locali interessate dal piano in questione. Il settore della pesca e dell’acquacoltura della regione ha deciso di concentrarsi su queste specie per la loro diffusione in tutta la regione, la loro importanza economica e la necessità di una loro tutela per garantire la salute degli stock.
Attraverso un bando pubblico, il FLAG ha selezionato un gruppo di esperti tra cui figurano una cooperativa di biologi marini che opera per lo sviluppo di innovazioni tecnologiche nei settori della pesca e dell’acquacoltura (M.A.R.E. Scarl); un’azienda nazionale specializzata in servizi di mappatura e banche dati per la gestione sostenibile della pesca (Kosmoambiente) e l’università di Bologna. Gli esperti hanno effettuato congiuntamente una valutazione socio-economica, raccogliendo e analizzando le informazioni per garantire l’accuratezza dei dati sullo stato di queste tre attività di pesca e definire orientamenti ottimali da attuare nell’ambito del piano di gestione. L’intero processo di redazione, revisione e convalida ha previsto l’attivo coinvolgimento dei pescatori, degli acquacoltori e degli armatori di imbarcazioni locali. A tal fine, il FLAG ha organizzato e condotto dieci workshop, seguiti da 120 partecipanti del settore.
Questo particolare piano di gestione è il primo piano di gestione degli stock nella regione. La bozza finale è stata presentata e adottata dalle parti interessate alla fine del 2019. A causa dei rapidi cambiamenti ambientali ed economici, il piano sarà rivisto annualmente e aggiornato in funzione delle eventuali necessità.
Il piano è suddiviso in tre sezioni, una per ogni specie bersaglio locale, e include nuove misure quali la definizione delle dimensioni minime, delle aree e delle quote massime giornaliere di cattura o dei metodi e degli attrezzi di pesca autorizzati.
Per accrescere gli effetti del progetto e la visibilità pubblica del settore è stata condotta una campagna di comunicazione. Alcuni elementi della campagna comprendevano attività di divulgazione nelle zone ubicate nei pressi dei nove porti della costa regionale, workshop aperti al pubblico, la distribuzione di materiale informativo, una campagna sui social e quattro comunicati stampa sui media locali.