“La scuola Repubblica – scrive in una nota il gruppo di cittadini promotori della petizione – è da sempre un elemento identitario della Cattolica al di sotto della ferrovia e da oltre vent’anni fa parte di un centro culturale che comprende, tra l’altro, la biblioteca e il teatro. Per questo motivo, come cittadine e cittadini — genitori, insegnanti, residenti della zona e non solo — siamo rimasti perplessi dalla scelta dell’Amministrazione di spostare questo plesso al quartiere Macanno – prosegue la nota – per di più in una delle poche aree verdi rimaste a Cattolica e in un terreno che potrebbe presentare forti criticità, dal punto di vista idrogeologico e dell’elettro-magnetismo, nonché un notevole valore storico, considerato che l’area è sito archeologico di interesse.
Per esprimere il nostro dissenso nei confronti dello spostamento della scuola Repubblica abbiamo lanciato lo scorso dicembre una petizione che ha già superato le 1.000 firme — un numero importante considerando la pandemia e l’impossibilità di organizzare banchetti — e che continua a coinvolgere sempre più persone. Abbiamo intanto depositato presso il Comune di Cattolica le firme già raccolte nella speranza che l’Amministrazione decida finalmente di coinvolgere la cittadinanza in una decisione che avrà un impatto rilevante per le nostre vite e quelle delle generazioni future.
Non siamo affatto contrari a costruire una nuova scuola – scrive ancora il gruppo di cittadini – in quanto è evidente l’attuale edificio presenti problemi sia dal punto di vista dell’antisismica sia da quello della staticità: la sicurezza di alunne e alunni viene prima di tutto. Riteniamo, però, che possano esistere altre soluzioni, come ad esempio ricostruire la scuola nello stesso luogo in cui si trova l’attuale plesso e, come sistemazione alternativa durante i lavori, utilizzare gli spazi disponibili in città, come quelli della ex-scuola Filippini, ora sede dei Vigili e di alcuni uffici comunali. Chiediamo, inoltre, che ci sia chiarezza su cosa succederà ad alunne e alunni a partire da settembre, considerando lo stato dell’edificio, e di valutare ogni alternativa per garantirne la sicurezza.
L’Amministrazione ha calato dall’alto la scelta dello spostamento senza una reale condivisione con la cittadinanza, che si è vista propinata la decisione definitiva solamente la scorsa estate. Inoltre – conclude la nota – pur non essendo Cattolica una metropoli, vedere svuotare il centro dei suoi servizi essenziali è deprimente — lo si è già visto negli anni Novanta con la sparizione delle scuole in via del Prete e dell’impatto che ciò ha avuto sul commercio e sulla vitalità dell’area, specialmente nel periodo invernale”.