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Cattolica, Gabicce, San Giovanni: si avvia alla chiusura il Festival nazionale della Cultura sportiva

La giornata di venerdi è iniziata nel pomeriggio presso il Comune di Cattolica, con la premiazione della schermitrice olimpica Elisa Di Francisca, distintasi come campionessa nello sport ed esempio nella vita. Molti la ricorderanno infatti alle Olimpiadi di Rio, nel 2016, dove appena scesa dal podio aveva sventolato la bandiera dell’Europa per ricordare al mondo che “siamo europei e dobbiamo rimanere uniti contro chi ci minaccia, contro le paure, contro chi vorrebbe costringerci a vivere segregati per timore delle bombe”.

Venerdi sera la kermesse si è spostata a Gabicce Mare, per  una serata dedicata ad alcuni temi specifici dello sport: l’integrazione, con l’esibizione della ginnasta ritmica Giorgia Greco, amputata ad una gamba a causa di un tumore, che nonostante la menomazione ha ufficialmente chiesto al Centro Sportivo Italiano di potere continuare a a gareggiare in una categoria speciale, ed attualmente in cerca di compagne di avventure per costruire una squadra nazionale di ginnaste diversamente abili.

La serata è proseguita con il talk-show “Quando il tifo va in rete”

Il web e i social protagonisti del nuovo appuntamento del Festival Nazionale della Cultura Sportiva, all’interno di un dibattito moderato da Claudio Lenzi, giornalista e gestore social della Gazzetta dello Sport. Ospiti della serata Pierpaolo Romani, giornalista, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico e autore di “Calcio Criminale”; Federico Smanio ex calciatore ed ora responsabile social della Lega serie B; Elisa di Francesca, campionessa  olimpica di fioretto a Londra 2012.
Purtroppo assente il Magistrato Morosini, a causa di un piccolo intervento che lo terrà fermo per qualche giorno.
Si analizza la nuova comunicazione sportiva che passa attraverso i social, con la di Francesca che ammette il suo cattivo rapporto con Internet, sebbene ora che è mamma abbia aperto un blog dove racconta la sua nuova vita, ora in stop perché neo mamma. Arrabbiata e intristita nei confronti dei commenti negativi del web.
Molto Interessante il racconto di Smanio dell’iniziativa di sostegno nel 2001 ad un collega   nigeriano del Treviso: per solidarizzare contro un attacco del tifo racconta la decisione di tutta la squadra di entrare in campo con il viso dipinto di nero, un’azione che fece a suo tempo scrivere i giornali. Una situazione che ora, ancora più di allora, avrebbe con i social un’azione declaratoria. Bisogna però avere competenza ed intelligenza nell’usare i social, che possono essere pericolosi.
Pierpaolo Romani, autore del rapporto “Calciatori sotto tiro” con Damiano Tommasi, illustra il nuovo tifo, con i tifosi che anziché supportare gli atleti si trasformano in “fuoco amico”, con un aumento delle minacce specialmente su Facebook, ai calciatori. Un grosso richiamo alla responsabilità, personale e collettiva, all’uso consapevole e civili dei social, che invece si trasformano in portatori di violenza e amplificatori d’odio.
Focus sulla carente cultura sportiva che avvalla il cattivo uso dei social e tollera la cattiveria dei tifosi. Il ruolo del coordinatore social della Lega diventa quindi quello di favorire il rapporto delle persone interessate al calcio, 10 milioni di persone che, con una relazione diretta, possono essere informate e al tempo stesso attivare uno scambio biunivoco, modalità che permette dispiegare alcune situazioni e creare un clima disteso e sereno. Gli strumenti che tanto ci mettono in difficoltà possono diventare, con la sinergia della famiglia, della scuola e dell’associazione Sportiva, nuovi strumenti per cambiare questa mentalità malata. E non solo il mondo dei ragazzi deve essere coinvolto, ma anche e specialmente il mondo degli adulti, che possono educare i figli alla legalità, alla coerenza, ad un comportamento civile e maturo.

Un bel messaggio di unità, di civiltà e maturità venuto direttamente dagli atleti in campo.

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