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Cattolica Futura, “Il nuovo lungomare è minimale e non cambia nulla rispetto ad oggi”

Cattolica Futura interviene nel dibattito sul progetto di nuovo lungomare di Cattolica. Un intervento critico.

Il Lungomare Rasi Spinelli e i Giardini De Amicis saranno riqualificati grazie ad un finanziamento di oltre €3 milioni dalla Regione Emilia-Romagna, ai quali si aggiunge oltre €1 milione dal Comune di Cattolica. L’intervento, la cui progettazione è stata affidata attraverso apposito bando allo studio Medarch di Cava de’ Tirreni, presenta, secondo Cattolica Futura, diverse criticità—alcune delle quali inevitabili, in quanto facenti parti dei vincoli imposti dall’Amministrazione in sede di bando ed altre prettamente inerenti al design del progetto.

L’intervento, in totale continuità con lo stato attuale, appare minimale e non rivoluziona né la viabilità né le funzionalità del Lungomare: si tratta di un mero restyling che cambia poco o nulla. Infatti:

  • si è parlato di rinaturalizzazione del Lungomare ma nel progetto il verde urbano è molto limitato: sono previste aiuole con arbusti ed essenze ma nessun albero dal grande fusto—questi ultimi necessari per fornire ampie zone d’ombra. Sarebbe potuta essere l’occasione per creare un Lungomare diverso rispetto quello delle città limitrofe, con un’identità cattolichina grazie alla massiccia presenza di verde, ribaltando il binomio uomo-natura a favore della seconda—e invece sembra l’ennesima occasione sprecata.
  • Il percorso pedonale e la spiaggia continuano ad essere separati a causa di barriere fisiche come dislivelli e balaustre—in contraddizione con le previsioni del bando, che chiedevano il ripristino della connessione naturale tra città e spiaggia. Chiaramente, senza un piano spiaggia (e cioè la possibilità di riqualificazione degli stabilimenti balneari), la continuità si sarebbe limitata al “confine” tra passeggiata e ingresso alla spiaggia ma sarebbe comunque stato un primo passo verso la piena armonizzazione dei due spazi e l’apertura della città verso il mare.

Si ravvisano, inoltre, numerose incoerenze con il contesto urbanistico, ulteriormente frammentato rispetto quanto già non lo sia:

  • non è chiara la funzione della piazzetta triangolare nell’area dell’attuale Bar Martino, che presenta, tra l’altro, un’arena (con gradoni per la sosta) rivolta verso il passaggio pedonali invece che verso il mare (la cui vista andrebbe valorizzata);
  • discorso simile per la piazzetta di fianco l’Hotel Kursaal, la cui arena è ancora una volta rivolta verso la strada e non verso il mare; inoltre, non appare chiara la sua funzione, specialmente considerando che si trova di fronte piazza I maggio (la quale assorbe già la funzione aggregativa e culturale);
  • la piazza dei Giardini de Amicis è rinchiusa su se stessa invece di essere armoniosa e centrale, come la posizione richiederebbe; i vari livelli, uniti alla posizione delle alberature e all’attività pop-up, non si parlano con le vie circostanti—ad esempio, arrivando da via Carducci, l’apertura verso i giardini è subito bloccata da aiuole e gradini.

Ci sono poi altri aspetti che andrebbero ulteriormente valutati:

  • sulla passeggiata è prevista una balaustra di vetro, soluzione non troppo adatta per il contesto, vista la costante manutenzione che il materiale richiede;
  • dalla planimetria, pare che non ci sia continuità del marciapiede lato monte, tanto più che viene addirittura interrotto da una zona di carico/scarico a metà della passeggiata;
  • l’aspetto tecnologico, illustrato sotto forma di app per riconoscere le essenze (che tra l’altro già esiste) e pannelli digitali, andrebbe maggiormente integrato con il contesto e reso funzionale alle reali esigenze di cittadini e turisti;
  • la presenza di nuovi insediamenti commerciali all’inizio del Lungomare, già discussa dal Sindaco nell’incontro con CNA, deve incontrare le esigenze degli esercenti attuali senza creare una concorrenza sleale “istituzionalizzata”—e questa anche nella riqualificazione degli esercizi medesimi, che non dovrà in alcun modo essere finanziata dai fondi pubblici.

Rimane ancora aperta, intanto, la questione delle soste. Nel progetto non sono presenti né rastrelliere per le biciclette (se non a livello della spiaggia) né zone per i mezzi di micromobilità (con annesse colonnine di ricarica) mentre viene confermata l’eliminazione dei parcheggi per i motocicli, prevista dalle linee guida del bando. Se togliere i parcheggi crea indubbiamente un contesto più pulito e attraente a livello estetico, è bene al contempo valutare l’alternativa: il progetto prevede che le soste vengano spostate nelle traverse del Lungomare (via Volta, via Risorgimento e via Belvedere), già di per sé molto strette. Immaginare che il carico di veicoli del Lungomare si possa trasferire in queste vie denota una certa miopia.

In generale, il progetto vincente, pur nel perimetro delle linee guida del bando già di per sé discutibili, dimostra come sia necessario conoscere una comunità e le sue esigenze per offrire soluzioni a vantaggio della collettività. In un contesto urbano complesso come quello cattolichino non serve ulteriore frammentazione bensì apertura e armonia degli spazi—anche pensando alla vita dei residenti e non solo a quella dei turisti e immaginando una Cattolica all’avanguardia e non copia carbone di altre realtà limitrofe

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