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Cattolica Futura: “Agire subito per un piano energetico per la città. Proposte concrete”

Il dibattito sull’impianto eolico offshore al largo della costa tra Rimini e Cattolica – scrive in un comunicato Cattolica Futura – non dovrebbe far dimenticare che il cambiamento climatico è qui e ora: istituzioni e cittadini devono attuare nell’immediato tutte le azioni possibili per mitigarlo. Gli ultimi rapporti stimano, infatti, un aumento della temperatura pari a 0,5 °C entro il 2040 (che si somma all’aumento di 1 °C già registratosi rispetto il livello preindustriale). Il piano della Commissione Europea presentato a settembre prevede la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno del 55 % entro il 2030, mentre il piano nazionale presentato a gennaio prevede di raggiungere la quota del 55% dei consumi elettrici derivanti da energia rinnovabile. A livello regionale, l’obiettivo è di arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035. 

Per raggiungere questi obiettivi, bisogna agire subito – prosegue la nota di Cattolica Futura –. Esistono già strumenti atti allo scopo: la loro adozione, però, è troppo lenta o frammentata. Gli enti locali, oltre a farsi promotori di comportamenti virtuosi, possono anche fungere da motore per incentivare l’adozione di tali strumenti. Per questo motivo, serve un piano d’azione per l’energia concreto da attuare il prima possibile. Alla luce di quanto appena spiegato, Cattolica Futura ha elaborato una serie di proposte che, se prese in considerazione dalla comunità e dell’Amministrazione, potrebbero rendere Cattolica un Comune all’avanguardia dal punto di vista energetico. Il pacchetto si rivolge, molto chiaramente e con soluzioni che si possono costruire sin da subito, anche a chi ha espresso un no categorico al progetto del impianto eolico, senza però specificare alternative o portando alternative poco credibili. 

Comunità energetiche

La comunità energetica è un ente, cooperativa o associazione, costituito da un gruppo di cittadini e/o piccole-medie imprese insediati nella stessa area geografica che intendono produrre energia in forma collettiva (con impianti nella stessa area) per poi condividerne i benefici; se le modalità di condivisione sono stabilite dallo statuto dell’ente, rimane ferma la finalità sociale (e non di profitto) dell’organizzazione. La produzione e la condivisione di energia vengono remunerate attraverso incentivi e sgravi in bolletta. Il contesto normativo che in Italia regola le comunità energetiche è ancora in evoluzione: ad ora, sono limitate all’utilizzo di impianti di produzione da fonti rinnovabili con potenza sotto i 200 kW. 

L’area territoriale di riferimento – conclude la nota di Cattolica Futura – dove si potrà dare vita ad una comunità energetica è l’area occupata dalla rete elettrica di bassa tensione sottostante ad una cabina BT/MT. La comunità deve avere struttura aperta: tutti i soggetti che facciano domanda di adesione devono essere ammessi, se rispettano le condizioni previste dallo statuto. L’aspetto più interessante riguarda la destinazione dei ricavi: deve essere decisa dalla comunità per scopi a beneficio della collettività”. 

Le comunità energetiche hanno quindi un duplice vantaggio: economico, in quanto permettono di risparmiare nel medio periodo sui costi della bolletta; e ambientale, perché incentivano la produzione di energia pulita. Indirettamente, stimolando forme organizzative basate sul collettivismo, forniscono un’occasione per le comunità di condividere progetti e obiettivi. 

A Cattolica, le opportunità sono molteplici, nei limiti della normativa attuale ma anche in ottica futura. Ad esempio, una comunità energetica potrebbe sorgere nell’area di piazza della Repubblica e interessare la scuola, il teatro e il centro culturale polivalente (nonché le case e le attività nel circondario) e avere come fine ultimo il reinvestimento dei ricavi in progetti didattici e culturali. Oppure, una comunità energetica potrebbe coinvolgere (non esclusivamente) gli alloggi popolari, come a Londra con il progetto Repowering, e avere come fine sociale la riqualificazione degli edifici medesimi oppure altre iniziative a sostegno delle famiglie più vulnerabili. O, ancora, si potrebbe pensare ad una comunità energetica che fornisca energia pulita agli stabilimenti balneari di Cattolica (nonché ad altre attività), con il caveat che i ricavi vengano poi reinvestiti in operazioni di sensibilizzazione sull’ambiente oppure in interventi di efficientamento energetico o di pulizia del mare. Quest’ultimo intervento potrebbe anche essere inserito all’interno della riqualificazione del Lungomare, che tra l’altro già prevede la costruzione di un impianto geotermico per un importo stimato di oltre 600.000 euro.

Gruppi d’acquisto energia

I gruppi d’acquisto nascono dall’esigenza di un insieme di famiglie o imprese di acquistare, mediante ordini collettivi, prodotti e servizi da ridistribuire in seno al gruppo, al fine di ottenere dei risparmi di spesa. I gruppi, istituiti da un’associazione, un consorzio (esistente o ad-hoc) o un ente, hanno l’obiettivo di raccogliere adesioni dai consumatori (famiglie o imprese) e, forte del numero di adesioni, selezionare uno o più fornitori di luce e gas per negoziare le condizioni di approvvigionamento; il gruppo, nel ruolo di intermediario, inoltre, assiste e coordina le fasi precontrattuali e contrattuali, senza diventare parte del contratto. 

Il gruppo, quindi, offre diversi vantaggi: risparmio sulle bollette e riduzione delle asimmetrie informative nella scelta del contratto. Nell’ottica di accelerare la transizione energetica, si può vincolare la scelta del fornitore o del contratto all’approvvigionamento di energia rinnovabile: in questa maniera, famiglie e imprese, in blocco, si sposterebbero verso soluzioni contrattuali più sostenibili dal punto di vista ambientale. 

A Cattolica, il gruppo d’acquisto potrebbe essere organizzato in seno al Comune (e in questo modo rivolto sia a famiglie sia ad imprese, ovviamente attraverso contratti diversi) oppure ad associazioni di categoria (quindi rivolto principalmente alle imprese). Inoltre, seguendo le linee guida dell’Autorità di Regolazione per l’Energia, si potrebbe anche diventare un gruppo d’acquisto accreditato, a maggior garanzia per i consumatori. Operativamente, Cattolica Futura aveva già descritto come potrebbe funzionare un gruppo d’acquisto, nell’ambito di ridurre le bollette per aiutare le imprese durante la pandemia. 

No light but love

La Riviera di Rimini è molto energivora, specialmente a causa del settore terziario, nel quale rientra il turismo: nel 2018, i consumi di energia elettrica ammontavano a 1.653,7 GWh. Oltre a incentivare forme sostenibili di produzione di energia è assolutamente necessario sponsorizzare comportamenti virtuosi dal punto di vista del consumo energetico. 

Sulla scia di campagne di sensibilizzazione come l’Earth Hour del WWF e M’Illumino di Meno di Rai Radio 2, di concerto con il Comune, le associazioni di categoria e i cittadini, si propone di istituire la notte “No Light But Love”, cioè una serata estiva (ma potrebbe essere anche più di una) in cui ogni attività e residenza della zona mare spegne le luci e le apparecchiature elettroniche non essenziali. Se dal punto di vista del risparmio energetico l’iniziativa non sarebbe determinante, avrebbe comunque un effetto simbolico non indifferente e potrebbe essere il primo passo per cominciare a indirizzare il turismo della Riviera verso la sostenibilità. 

Al contempo, si propone di slegare il concetto di “decoro” dalla presenza di luci fino a notte fonda. Il regolamento per il decoro delle attività economiche di Cattolica prevede che dal venerdì che precede la Pasqua fino al 30 settembre gli operatori siano obbligati a lasciare accese le luci delle vetrine e degli ingressi principali fino a mezzanotte mentre in tutte le giornate festive del rimanente periodo dell’anno le luci devono rimanere accesse fino alle 20 (l’obbligo è valido per tutte le attività site nell’area turistica di Cattolica a mare della ferrovia—area, tra l’altro, non chiaramente identificata nel regolamento). Non è più pensabile, nel 2020, associare il decoro al consumo energetico, anche in una località turistica: si può, invece, legarlo alla pulizia e alla presenza di verde urbano. 

Ricerca sinergica

La ricerca in materia di energie rinnovabili non si ferma: tecnologie sempre più nuove sono in grado di produrre energia in maniera sempre più efficiente e con costi sempre più bassi. Ogni innovazione ha bisogno, ovviamente, di sperimentazione. Cattolica, insieme ai Comuni limitrofi, potrebbe offrirsi come banco di prova di molte nuove tecnologia attualmente in progettazione, ovviamente con l’obiettivo futuro di implementarle nel proprio territorio. Un esempio è il fotovoltaico flottante della multinazionale italiana Saipem, che produce energia solare attraverso piattaforme galleggianti che, al contrario dei sistemi su cui poggia l’attuale tecnologia del solare galleggiante, non temono il mare, ambiente più ostico rispetto laghi o bacini idroelettrici. Un altro esempio è l’Inertial Sea Wave Energy Converter, sistema di produzione di energia da moto ondoso di Enel, attualmente in sperimentazione al largo della costa di Ravenna. 

Oltre che per la ricerca svolta da compagnie private, Cattolica potrebbe collaborare con università e enti di ricerca pubblici per avviare progetti legati alle energie rinnovabili, al risparmio energetico e al cambiamento climatico, finanziando borse di studio o assegni di ricerca, in protocolli di mutuo scambio con gli enti medesimi. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di analizzare i comportamenti di famiglie e imprese per disegnare azioni di policy (in termini di comunicazioni istituzionali e incentivi economici) volte a stimolare il risparmio energetico e i corretti comportamenti per ridurre gli sprechi: ciò fornirebbe strumenti più efficaci per il Comune e, al contempo, fornirebbe informazioni utili per la ricerca accademica”, conclude la nota di Cattolica Futura.

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