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Cattolica Futura: “8 marzo. Basta con i soliti riti. Servono proposte per la salute e la parità di genere”

“Durante l’8 marzo, la giornata dei diritti della donna, si sprecano iniziative e dichiarazioni sul tema, spesso accompagnate da regali effimeri – scrive in una nota Cattolica Futura – seppur simbolici, come la tradizionale mimosa. In Italia, però, la condizione delle donne è ancora lontana dall’essere paritaria rispetto quella degli uomini. 

Secondo un recente sondaggio Istat, infatti, un terzo degli italiani/e ritiene che gli uomini siano meno adatti alle faccende domestiche e che per le donne sia meno importante avere successo nel lavoro; un quarto crede che debba essere l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia. 

C’è poi la pandemia – prosegue il comunicato – che molti definiscono già una crisi di genere. Nel 2020, su 4 posti di lavoro persi 3 sono stati persi da donne. L’occupazione femminile, infatti, è concentrata in pochi settori, quelli più colpiti dalla crisi pandemica: questo fenomeno viene definito segregazione occupazionale — il 70% delle donne che lavorano è impiegato in 7 settori su 21. 

Più che una celebrazione, Cattolica Futura, in questa giornata, vorrebbe offrire una serie di proposte che, concretamente, a livello comunale, potrebbero aiutare le donne a non dover per forza scegliere tra lavoro e famiglie, a rifuggire dagli stereotipi e a vedersi riconosciuta una condizione sostanziale di uguaglianza che è propria di ogni individuo. 

In primis, è necessario potenziare il consultorio di Cattolica, riportandolo al centro della vita della comunità, per attività di prevenzione, consulenza nonché informazione sulle tematiche della sessualità e della genitorialità. Il potenziamento potrebbe essere funzionale – continua la nota di Cattolica Futura sull’8 marzo – tra le altre cose, anche ad avviare la distribuzione gratuita di contraccettivi, prevista secondo Legge regionale, per tutte le donne (e gli uomini) sotto i 26 anni, per le donne tra 26 e 45 anni che abbiano una esenzione per disoccupazione o per lavoratrici colpite dalla crisi, nei 12 mesi successivi a un parto oppure nei 24 mesi successivi a una interruzione volontaria di gravidanza. 

Cattolica Futura propone di ridurre la tassazione degli assorbenti, dal 22% al 4%, al fine di riconoscere il loro carattere di “bene di prima necessità” ed equiparandoli così ad altri beni di estrema sussistenzialità come il pane. Tale operazione potrebbe essere promossa dal Comune di Cattolica attraverso una convenzione con le farmacie comunali cittadine, attualmente in concessione ventennale, mediante la quale il Comune si farebbe carico di rimborsare alle farmacie la differenza di IVA che loro inizialmente coprirebbero a titolo di agevolazione fiscale per l’acquisto di assorbenti. Iniziativa – scrive ancora nella nota Cattolica Futura – che in via sperimentale potrebbe essere limitata alle sole farmacie comunali, ma che potrebbe essere eventualmente estesa ad altre attività commerciali che vendono tali prodotti.

Un’iniziativa simile, che potrebbe anticipare un provvedimento nazionale, è già stata adottata nel Comune di Pontassieve. 

Cattolica Futura ritiene inoltre che le politiche educative debbano essere più coraggiose, sotto un doppio profilo. Innanzitutto è opportuno allargare la platea di beneficiari dei sussidi per le rette dei nidi d’infanzia affinché le famiglie — e soprattutto le donne — non siano costrette a scegliere tra il lavoro e la genitorialità, prevedendo quindi scaglioni ISEE più alti, il ricorso all’ISEE corrente e maggiori premialità per numero di figli ed esigenze particolari (per esempio, disabilità oppure situazioni famigliari specifiche). Al contempo, è importante anche garantire una maggior copertura delle agevolazioni per i buoni pasto della mensa, attualmente erogati attraverso una deprimente graduatoria di povertà con un budget annuo di appena 10.000 euro. 

Non secondaria, inoltre, è l’introduzione e l’implementazione dell’educazione sessuale tra le materie della scuola primaria e secondaria: essa infatti non solo contribuirebbe a favorire una maggiore consapevolezza sull’affettività e sulla sessualità ai ragazzi in fase pre-adolescenziale/adolescenziale, ma favorirebbe, al contempo una maggiore conoscenza di alcuni temi ad oggi considerati come tipicamente di genere, quali ad esempio il ciclo mestruale, per evitare che rimanga un tabù. Al contempo, sono necessari interventi educativi costanti e diffusi nelle scuole sui temi legati al superamento degli stereotipi legati al genere in merito ai percorsi formativi e alla ricerca lavorativa, valorizzazione delle differenze di genere, prevenzione nei confronti delle discriminazioni, della violenza di genere, di conoscenza dei diritti. 

Cattolica Futura ritiene si debba agire in maniera più incisiva per prevenire la violenza di genere, specialmente nel contesto pandemico, anche attraverso il Centro Antiviolenza che andrebbe, da un lato, potenziato per fornire un maggior raggio d’azione nella consulenza (anche con incontri e iniziative di gruppo) e – conclude la nota del movimento civico Cattolica Futura – dall’altro lato, coinvolto nelle decisioni amministrative sui temi culturali, sociali e del mercato del lavoro. 

Infine, Cattolica Futura lancia un appello: usiamo un linguaggio attento e inclusivo quando parliamo di donne e con le donne. Il rispetto dell’altrui persona va sempre garantito, ma è pur vero che le donne sono più spesso, rispetto agli uomini, vittime di un linguaggio inappropriato ed offensivo, retaggio retrogrado e maschilista della società: le donne sono prima di tutto persone e non hanno certo bisogno di giudizi paternalisti o consigli basati su stereotipi”.

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