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Cattolica, appello degli educatori: “Disabilità e scuola, così non va. Siamo a rischio”

Le educatrici e gli educatori scolastici del Comune di Cattolica lanciano il loro appello tramite ADL Cobas (Associazione Diritti Lavoratori Rimini) poiché stanno soffrendo una situazione sempre più insostenibile a seguito del nuovo bando comunale e del nuovo ente gestore, la cooperativa Quadrifoglio, e sono in procinto di dichiarare lo stato di agitazione.

“Diamo il 100% e vogliamo il 100% dei nostri diritti e della qualità dei servizi in cui lavoriamo – dichiarano a gran voce -. Le educatrici e gli educatori del servizio educativo scolastico del Comune di Cattolica, che lavorano con studenti e studentesse diversamente abili, denunciano una situazione divenuta insostenibile a causa di diverse problematiche emerse con la cooperativa Quadrifoglio, il nuovo ente gestore del servizio in appalto, subentrato con il nuovo bando comunale da settembre 2020″.

“Problemi che si aggiungono alle criticità strutturali di questo lavoro dovute a meccanismi di gare d’appalto a ribasso che scaricano il “risparmio” sulle condizioni di lavoro degli operatori e sulla qualità dei servizi stessi, come ad esempio la perdita di ore da parte dell’educatore in caso di assenza dell’utente. In caso di assenza dell’alunno\a assegnato\a, l’educatore non viene pagato e non può continuare a svolgere il lavoro con altri studenti disabili o nel contesto classe. Con questo meccanismo si deroga in maniera sistematica al monte ore contrattuale e le educatrici si trovano a percepire retribuzioni sensibilmente più basse rispetto a quelle che spetterebbero loro se le condizioni contrattuali fossero rispettate. Ciò prefigura una sorta di lavoro a cottimo, tanto che alcune cooperative hanno iniziato a scrivere nei contratti di assunzione che verranno retribuite mensilmente solo le ore effettivamente svolte, e non quelle previste contrattualmente”.

“Le educatrici, organizzate con ADL Cobas, denunciano il mancato rispetto degli accordi intrapresi ad ottobre 2020 da parte della Cooperativa Quadrifoglio nell’incontro presso il Comune di Cattolica.
Il riconoscimento del giusto livello di inquadramento (D2) per chi è in possesso di titolo o qualifica di educatore professionale socio-pedagogico ex. L. 205/17 è una delle richieste più sentite dalle educatrici e ancora disattese da parte della cooperativa, ma ancora più inspiegabile è il fatto che nonostante le richieste delle lavoratrici e del sindacato, non siano stati ancora inviati i contratti di assunzione e la documentazione inerente all’instaurazione del rapporto di lavoro.
Dall’inizio dell’anno scolastico diverse sono anche le segnalazioni portate all’attenzione del sindacato su errori nell’elaborazione delle buste paga e su difficoltà organizzative”.

“Quello che emerge chiaramente è che l’esternalizzazione di questi servizi con appalti al ribasso sta producendo lavoro precario per lavoratori e lavoratrici laureati e in continua formazione (che quasi sempre è a loro carico) che ogni 2 o 3 anni si vedono costretti a cambiare cooperativa a seconda di chi vince la gara d’appalto. Sempre più spesso negli ultimi anni ad aggiudicarsi questi appalti sono grosse cooperative o consorzi provenienti da altre Regioni (la Quadrifoglio ha sede in provincia di Torino) che riescono a fare offerte economicamente più basse e che non hanno nessun rapporto con il territorio. Per di più, nell’assenza di un monitoraggio dell’ente locale, l’esternalizzazione genera problemi di coordinamento e di comunicazione a svantaggio di lavoratrici e lavoratori e, conseguentemente, del servizio erogato”.

“Per questo chiediamo al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Cattolica:
– farsi garanti degli accordi presi dalla Cooperativa Quadrifoglio affinché venga riconosciuta la piena dignità professionale del lavoro delle educatrici e degli educatori del servizio educativo scolastico;
– introdurre la formula organizzativa del “educatore di plesso” per riconoscere a pieno il ruolo degli educatori e delle educatrici negli Istituti scolastici e garantire continuità di servizio. Nella prima settimana di Febbraio le educatrici e gli educatori impiegati nel servizio annunciano che si svolgerà un’assemblea sindacale in cui si deciderà la proclamazione dello stato di agitazione se non verranno accolte le richieste avanzate”, concludono.

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