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A Cattolica Alex Ballarini, professione “Mentalista”

Alla classica domanda cosa vuoi fare da grande, Alex Ballarini ha risposto: ‘Il Mentalista.‘ Questo 22enne di San Giovanni in Marignano, porterà in scena domani, giovedì 15 marzo, in occasione dell’ultimo appuntamento dello Snaporaz di Cattolica (inizio ore 21,15), ‘Mental Syntax’. Uno spettacolo sul ‘Mentalismo’, una disciplina che cerca di scoprire i pensieri delle persone attraverso speciali tecniche psicologiche. Ma, al di là di quello che possiamo aver visto nei film, abbiamo chiesto ad Alex di spiegarci di che cosa si tratta esattamente e, soprattutto, il perché ha deciso di intraprendere questa strada.

Alex, ci vuoi spiegare bene che cos’è il Mentalismo e, soprattutto, chi è il Mentalista?

«È l’arte che è a stretto contatto con la mente. Il Mentalista è colui che usa i cinque sensi per far credere di averne un sesto. È un seduttore sopraffino, che padroneggia carisma, abilità narrativa, introspezione psicologica, comunicazione non verbale e molto altro per ingannare i nostri sensi e farci rimanere a bocca aperta. Il Mentalismo va oltre il semplice intrattenimento spettacolare: è un mezzo di espressione che ha molti punti in comune con l’arte e la creatività; soprattutto quando si vuole unire mente e teatro».

Quando hai scoperto questa arte?

«L’ho scoperta stando a stretto contatto con le persone, vedevo come queste si muovevano, come si atteggiavano e come cadevano in tranelli mentali unici. Vedevo le loro capacità e quindi anche le loro debolezze e questo mi ha affascinato e affascina davvero molto. Quello che mi ha aiutato tantissimo ad avvicinarmi sempre di più a quest’arte, è stata la mia parte empatica».

Per portare avanti questa pratica è necessario possedere delle capacità particolari? Hai avuto dei maestri, hai fatto qualche scuola speciale?

«Io non ho poteri paranormali. Tutto ciò che si vede sul palco è un mix di tecniche che vanno dallo spirito di osservazione, all’intuito, al saper essere empatici con le persone. Non esiste una scuola di Mentalismo, tutto quello che riesco fare l’ho imparato con la pratica. Mi sono accorto di come si atteggia e si comporta l’essere umano in certe situazioni. ad esempio quanto possiamo essere anche recidivi nel fare determinate scelte».

Ci sono molti Mentalisti in Italia? Sono più donne o uomini?

«Non so esattamente quanti ne esistano in Italia, sicuramente più uomini che donne.’

In che cosa consistono i tuoi spettacoli?

«I miei spettacoli consistono nel dimostrare al pubblico com’è la nostra mente, il nostro cervello. Far capire quelle che sono le sue capacità, ma anche il cerchio di tutte le sue debolezze. Capire quanto possiamo essere prevedibili o utilizzare quello che è ‘il sesto senso’ per intuire pensieri, azioni del mio pubblico».

Ti aiuta qualcuno a realizzarli?

«Certo, con me ci sono sempre Willy Fulvi, che si occupa delle luci e musiche e Anastasia Brunetti, che ricopre il ruolo di assistente di scena».

Ti esibisci solo in teatri oppure anche in altri cotesti?

«Il teatro è solo uno delle attività che svolgo come Mentalista, perché gran parte del mio lavoro si svolge nel contesto di convention aziendali e situazioni private. Esattamente il mio è uno spettacolo interattivo, infatti il pubblico viene chiamato a ‘giocare’ con me sul palco, e questo rende il tutto più dinamico. Per il momento mi sto esibendo solo in Italia, ma non ho assolutamente nessun problema nel fare le mie esibizioni in lingua inglese».

Il 15 marzo sarai allo Snaporaz a Cattolica. Cosa dovrà aspettarsi il pubblico?

«Il pubblico cattolichino dovrà lasciarsi trasportare in quello che è il mio ‘teatro della mente’, e dovrà entrare in quel mondo onirico. Vorrei lasciare un bel ricordo sia di me che del mio show, sperando di farlo divertire».

Continuerai a fare il Mentalista? È questa la tua strada?

«Sì, esatto. Ho sempre amato stupire ed emozionare. Prima di cominciare, dico sempre alla mia squadra: è giunto il momento di regalare emozioni».

Nicola Luccarelli

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