Patrizia Pesci, Assessore Servizi socio-sanitari del Comune di Cattolica, e Riccardo Fabbri, Presidente Acer Rimini, si esprimono in maniera congiunta rispetto ai fatti di cronaca dei giorni scorsi che hanno visto la Regina fare da scenario di criminalità organizzata, in particolare Camorra.
“Il primo sentimento che sentiamo la necessità di esprimere, di fronte alla vicenda che ha portato ad individuare e smantellare un’attività criminale di notevole portata che trovava a Cattolica un proprio centro, è di gratitudine per il prezioso lavoro svolto dalla Guardia di Finanza” spiegano.
“Il secondo è di profondo disgusto nel dover fare i conti con un elemento, apparentemente minimale, che accompagna una storia gravissima in sé e, per molti versi, emblematica dei rischi che corre l’economia del nostro territorio in un momento storico che la rende più esposta e fragile. Un momento in cui è più che mai necessario che le virtù civiche ed il senso di responsabilità verso la propria comunità prevalgano rispetto alla ricerca di scorciatoie che, come la storia italiana ha ampiamente dimostrato, finiscono per travolgere chi pensa di poter utilizzare le mafie senza esserne asservito fino alle estreme conseguenze”.
“Il disgusto viene amplificato dal dover apprendere che uno dei principali protagonisti della vicenda criminale è assegnatario (dal 2002) di una casa popolare, forte di uno status familiare di nullatenente confermato dalla certificazione ISEE. Quella che è stata definita dai media “una copertura” è la fotografia di un altro crimine, questo di tipo sociale, che ha sottratto una risorsa fondamentale (la disponibilità di un alloggio a canone sociale) a una famiglia bisognosa e “per bene” che attende, con immaginabile fatica, che la propria posizione in graduatoria possa finalmente tradursi nel poter accedere alla casa popolare”.
“Questo la dice lunga sulle mitologie che di tanto in tanto vengono alimentate dai circuiti criminali sulle “mafie buone” che in qualche modo si fanno carico dei più deboli. La camorra, al pari delle altre organizzazioni mafiose, è nient’altro che predazione e utilizzo dei soggetti più deboli della società. Quello che è certo è che, sulla scorta dei rapporti di collaborazione già in essere con il Comando provinciale della Guardia di Finanza, Comune di Cattolica ed Acer Rimini avvieranno, utilizzando una prassi consolidata, tutte le azioni legali necessarie al recupero dei benefici economici indebiti goduti dalla famiglia assegnataria coinvolta”.
“Rimane, tuttavia, l’amaro in bocca e la necessità di fare tutto il possibile affinché si affermi il principio che veda corrispondere sempre di più meriti e bisogni. Avere l’assegnazione di una casa popolare non può prescindere dal rispetto delle norme sociali e, men che meno, può essere compatibile con la pratica delle peggiori attività criminali”.