“Se Riescono a incastrarmi in carcere ci crepo”. Così parla intercettato Alessandro Panella di Cerveteri nella provincia di Roma agli arresti domiciliari, c’era il pericolo di fuga, per la morte di Emanuele Scieri il cui cadavere fu trovato 1l 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. 19 lunghi anni per abbattere un muro di omertà e avere una prima verità. L’accusa è concorso in omicidio volontario. Ci sono anche altri due indagati, di cui un militare ancora in servizio a Rimini, come riportato nel nostro articolo di ieri che sono indagati a piede libero.
Si tratta di Andrea Antico di 39 anni, caporal maggiore scelto in servizio presso il Reggimento 7° Vega dell’Esercito a Rimini. Andrea Antico è anche consigliere comunale di Montescudo-Montecolombo. E’ stato eletto nel 2016 nella lista civica “Forum Civico” che arrivò terza nella competizione elettorale.
La procura, che ha riaperto il caso lo scorso anno dopo l’inchiesta della commissione parlamentare, è convinta che Emanuele, «il dottor Scieri», come lo ha chiamato non senza un po’ di commozione il procuratore Crini, sia stato picchiato con calci e pugni e poi costretto a togliersi i pantaloni e a salire su quella torre. E sospetta che altre violenze siano state compiute su quella recluta sino a farla cadere nel vuoto. Era la notte del 13 agosto del 1999 e il corpo del giovane siciliano rimase lì ad agonizzare per ore. «Se lo avessero soccorso, avrebbe potuto essere salvato», ha ribadito ieri il procuratore, ma invece il sospetto è che i tre indagati (e forse altri complici che adesso si sta cercando di individuare) siano fuggiti come codardi. Il corpo di Emanuele fu ritrovarono il 16 agosto alle 14. Il caldo aveva già determinato l’inizio del processo di decomposizione, nessuno se ne era accorto.
Il caporale maggiore ad alcuni amici avrebbe detto che è estraneo ai fatti che gli vengono contestati perchè in quei giorni lui era in licenza.