Dopo poco più di sei mesi di vita il governo si prepara a pensionare il cashback, lo strumento di incentivazione dei pagamenti elettronici che assicura un rimborso del 10% per le spese sostenute con strumenti digitali, come bancomat o carte di credito, presso gli esercizi fisici. La sospensione, decisa ieri nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi con al centro il tema dei licenziamenti, dovrebbe partire già dal prossimo primo luglio. La misura, introdotta in via sperimentale a Natale, e che teoricamente sarebbe rimasta in vigore per tre semestri consecutivi, fino a fine giugno 2022, cesserà invece alla scadenza del primo. Ai partecipanti saranno comunque assicurati tutti i rimborsi registrati fino alla giornata di domani, nel limite massimo di 150 euro, mentre i primi 100 mila per numero di operazioni effettuate si porteranno a casa il supercashback da 1500 euro.
Oltre 3 miliardi di risparmi
Uno stop che per la prima volta dallo scoppio della pandemia, e dalla pioggia di decreti di spesa che ne sono seguiti, porterà nelle casse dello Stato un risparmio. Il decreto del Mef che ne definiva il funzionamento a fine novembre 2020 attribuiva infatti nel complesso 4,75 miliardi per il totale dei rimborsi, da cui vanno sottratti i 233 milioni già restituiti per il cashback di Natale e gli 1,36 miliardi che il decreto fissa come rimborso massimo per le operazioni del primo semestre. Qualora questo bacino venga prosciugato integralmente resterebbero comunque oltre 3 miliardi di euro, che il governo può ora valutare di dirottare altrove.
(Repubblica)