Il Consiglio Nazionale degli ingegneri mette in luce che le abitazioni caratterizzate da una maggiore anzianità costruttiva sono, potenzialmente, le più esposte al rischio sismico. Ad esempio circa 15 milioni di abitazioni italiane (ossia più del 50% del totale) sono state costruite prima del 1974, in completa assenza di una qualsivoglia normativa antisismica; inoltre, circa 4 milioni di immobili, sono stati edificati prima del 1920 e altri 2,7 milioni prima del 1945.
Questo è il contesto nazionale, sicuramente preoccupante e che richiede da subito l’attivazione di quel Piano Casa Italia proposto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e che l’architetto Renzo Piano ritiene fondamentale anche se ci vorranno anni per completarlo.
Ma nella nostra Provincia come siamo messi? Ecco i dati ufficiali, fonte Istat, aggiornati al censimento 2011.
Sono numeri leggermente più confortanti rispetto alla media nazionale. Gli edifici costruiti prima del 1974 sono il 44% di tutto il patrimonio edilizio.
Questa la media della Provincia di Rimini:
Da Comune a Comune, però, le differenze sono notevoli. Montefiore Conca ha un patrimonio edilizio costruito per oltre il 60% prima del 1918. Ma anche i Comuni di Maiolo, Casteldelci e Mondaino si collocano tra il 25% e quasi il 40%di case secolari e più.
Il grafico successivo mostra la consistenza, Comune per Comune, delle edificazioni avvenute prima del 1970:
Ma vediamo come si è sviluppata l’edilizia nella nostra provincia in base ai censimenti Istat. Sono dati interessanti, per molti aspetti inediti, e per altro fanno giustizia di luoghi comuni degli anni passati: per esempio su dove, e quando, si è “cementificato” di più o di meno.
Come si può notare, in questo periodo non sono i comuni della costa che guidano la classifica delle edificazioni. Sono i cosidetti Comuni dell’entroterra. In particolare i Comuni dell’alta Val Marecchia.
Solo dal 1946 al 1960 troviamo i primi fenomeni di urbanizzazione della costa.
In questo periodo permane dunque una forte urbanizzazione dei comuni dell’entroterra ed in particolare dell’alta Val Marecchia, ma si nota una forte crescita edilizia di Cattolica ed in parte di Rimini. Ma è nel pieno del boom economico italiano che i comuni della costa vedono crescere gli edifici in modo significativo:
Come si nota, è in questi anni che Cattolica, Rimini e Riccione si giocano il primato per pochi decimali. Poco più indietro Misano ancor di più attardato Bellaria.
Nel decennio successivo spuntano alcuni dati quantomeno curiosi. Vedi Talamello, che costruisce in questo decennio oltre un terzo del suo patrimonio edilizio.
In questo decennio vedono una espansione importante anche i comuni di Misano e Bellaria. Da sottolineare anche il notevole balzo in avanti di Torriana e Poggio Berni.
Molto interessante il periodo 1981 – 1990. Ora a crescere sono le città attorno a Rimini, mentre il capoluogo rallenta.
Morciano, San Giovanni in Marignano e Santarcangelo guidano in questi anni la classifica della crescita edilizia. Motivi? Costi più bassi, città più calme e meno impegnative di quelle della costa. E volontà degli amministratori di dare una risposta alla crescita economica della costa.
Anche il decennio successivo conferma questa tendenza:
Se si escludono i comuni di Misano e Bellaria, che dimostrano una significativa attività edilizia, nella top ten si collocano tutti Comuni dell’entroterra.
La parte più interessante è il decennio che va dal 2001 al 2011. Perché interessante? Semplicemente perché, il censimento Istat 2011, racconta una trama completamente diversa da quanto narrato in quegli anni da numerosi opinion leader istituzionali e non, locali e nazionali:
In quest’ultimo periodo dunque San Clemente costruisce il 45% di tutto il suo patrimonio edilizio abitativo. In termini quantitativi sono stati costruiti in questo decennio 1141 edifici a destinazione residenziale. Prima del 2001, a San Clemente vi erano poco più di 1400 edifici residenziali. Ma non scherzano neanche Montescudo, Montecolombo, Santarcangelo, Torriana, Coriano e Verucchio.
Rallentano in modo significativo i Comuni dell’alta Val Marecchia e si collocano al di sotto della media provinciale i Comuni di Rimini, Riccione e Cattolica.
In quegli anni 2001-2010 in molti puntano il dito sulla cementificazione di Rimini. Evidentemente il dito era indirizzato in modo sbagliato. I dati Istat non ammettono repliche. In altre realtà si è costruito, in percentuale, in maniera molto più significativa e pesante del Comune capoluogo.
I Comuni della costa, escluso Misano, hanno tutti costruito in percentuale molto meno di nquelli dell’entroterra.
In conclusione, anche la nostra realtà dovrà essere fortemente interessata dal piano Casa Italia del Governo. Oltre che alle risorse finanziarie per mettere in sicurezza il nostro patrimonio storico e artistico.