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È casadèl, un dolce antico

Ben troved patron Ferrent

a sem arriv me Sabat sent

me a ho port un bel agnel

un po d’ov e un brazzadel…”

L’agricoltore Sigismondo porta per Pasqua i regali al suo padrone Ferrante”, questo il titolo di una delle tante zirudelle di Giustiniano Villa, il poeta ciabattino di San Clemente, che così iniziava le sue critiche all’obbligo a cui dovevano sottostare i mezzadri in determinati periodi dell’anno.

A Natale i capponi; a Pasqua l’agnello, le uova e il bracciatello (la tradizionale ciambella); per la vendemmia i “panìr” d’uva…

Si trattava delle cosiddette regalie, obblighi contrattuali compresi nei patti colonici, che, oltre alla “parte” del prodotto dato dalla terra e dall’allevamento, sancivano che in occasione di determinate festività sacre e del raccolto, il contadino dovesse omaggiare il proprietario del terreno portando al suo domicilio dei doni in natura, diversi a seconda della stagione.

Perché questa premessa?

Il motivo è presto detto: abbiamo voluto sperimentare la regalia che tradizionalmente veniva preparata in primavera, per la festività del Corpus Domini, celebrata sessanta giorni dopo la Pasqua.

Si tratta del casadèl (casadello), o latteruolo, diffuso anche in Toscana e Abruzzo (lattaiolo, lattarolo, lattaciolo): un dolce al cucchiaio che pare abbia origine nel 1500.

Pellegrino Artusi, nel suo libro “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, lo propone in due versioni: latteruolo dentro ad un ‘contenitore’ di pasta matta e latteruolo semplice.

Questo dolce risulta molto simile al “creme caramel”, al “lat brulè” (con caramello, tipico anch’esso della Romagna e a Bologna conosciuto come “fiordilatte”) e al “latte alla portoghese”, avendo in comune ingredienti basici come il latte e tante uova fresche, che in primavera non mancavano certo.

La versione col contenitore di pasta matta (fatta con sola acqua e farina) citata anche da Artusi pare servisse unicamente per il trasporto del regalo al padrone, visto che in passato non esistevano teglie “usa e getta”.

Per il nostro esperimento abbiamo voluto provare un contenitore più gustoso, prendendo in prestito il procedimento che si usa per l’americano “cheese cake”.

Ecco, quindi, il nostro casadèl cake.

Ingredienti per il contenitore:

300 g di biscotti secchi (noi abbiamo usato dei biscotti ai cereali)

250 g di burro

Ingredienti per la il casadèl:

1 litro di latte intero

una bacca di vaniglia

120 g di zucchero

7 tuorli

3 albumi

Innanzitutto abbiamo preparato la base, frullando i biscotti, aggiungendo il burro fuso e amalgamandoli per bene. Quindi abbiamo steso il composto in una tortiera imburrata e foderata con carta forno, pressando bene con il dorso di un cucchiaio, e messo a riposare in frigorifero per 30 minuti.

Nel frattempo abbiamo preparato il casadèl.

In un tegame con fondo spesso abbiamo messo a bollire il latte con la vaniglia, lasciandolo su fuoco bassissimo e mescolando di tanto in tanto. Dopo circa mezz’ora abbiamo aggiunto anche lo zucchero, sempre mescolando, e lasciato sobbollire per un altro quarto d’ora.

A questa crema, lasciata raffreddare e fatta passare in un colino a maglie strette, abbiamo aggiunto i tuorli sbattuti e gli albumi montati a neve fermissima.

Preparato il nostro composto “casadèl semplice”, lo abbiamo versato sul fondo di biscotti e fatto cuocere per  un’ora e mezzo/due ore, a 160 gradi.

Per capire quando il casadèl è cotto, basta infilarci uno stecchino di legno, che dovrà uscire pulito e asciutto

E’ un dolce da servire freddo, tagliato a fette.

Non portatelo ai padroni, ma gustatelo coi vostri amici!

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