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“Casa degli orrori” di via Rondine, i figli disabili della maestra Palmieri derubati dal cugino amministratore

Fratello e sorella incapaci, il cugino amministratore ripulisce i loro conti. E’ l’ennesimo capitolo della triste vicenda che nel 2006 venne chiamata la “casa degli orrori”. Una villetta fatiscente di via della Rondine a Rimini, dove il 2 ottobre di quell’anno la Polizia aveva trovato il corpo ormai mummificato di Bice Manoni in Palmieri, maestra in pensione molro nota in città. La donna, 80 anni, era stata vegliata per mesi dai 2 figli, oggi 65 anni lui – in un primo tempo indagato per omicidio volontario – 61 la sorella, seguiti da anni dagli assistenti del servizio neuropsichiatrico. Sarebbe resuscitata, hanno spiegato agli investigatori, bastava solo aspettare. Il figlio ne era certo perché aveva parlato direttamente con Dio. Fu poi appurato che si trattò di un incidente e fratello e sorella dati in affidamento.

Dal 2007 i beni dei figli di Bice Manoni furono amministrati dal cugino R. P. 62enne titolare di una piccola ditta di impianti audio, nominato dal tribunale quale amministratore di sostegno. Ma quasi subito erano iniziate le emorragie dai libretti di risparmio dei due soggetti dichiarati incapaci: oltre 30 mila euro da un conto, più di 70 mila dal’altro. Intanto al tribunale non arrivavano rendiconti se non ogni tre anni, invece che annualmente come sarebbe obbligatorio. Il che aveva insospettito il giudice tutelare, che aveva allertato i Carabinieri.

Il tecnico del suono, come si è scoperto, non aveva utilizzato quei soldi per la sua ditta, ma per ripianare i debiti lasciati in giro da un’attività di bed&breakfast non andata a buon fine.

E nonostante che nel 2016 il tribunale avesse poi revocato l’incarico, l’uomo è riuscito a sottrarre almeno altri 4 mila euro. Il tutto con la sicurezza di farla franca, trasferendo direttamente i soldi nel proprio conto corrente.

All’uomo sono stati sequestrati beni per le somme sottratte, oltre 200 mila euro, fra contanti, buoni postali e due immobili: un appartamento e il laboratorio della sua ditta.

Questa mattina i Carabinieri di Rimini hanno arrestato l’amministratore e cugino infedele in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per i reati di peculato aggravato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale  in atti pubblici continuata. E’ ora agli arresti domiciliari.

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