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Caro bollette, in Romagna due aziende su tre abbassano il riscaldamento

C’è chi rivede i turni di lavoro, chi pensa di ricorrere allo smart working: di certo due aziende su tre vogliono ritoccare il listino prezzi e hanno deciso di abbassare il riscaldamento. Sono gli escamotage che le aziende romagnole associate a Confindustria hanno intenzione di utilizzare per far fronte al caro energia e all’aumento dei costi delle materie prime e che emergono da un’indagine del Centro Studi di Confindustria Romagna condotta a metà ottobre tra gli associati di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

Al sondaggio hanno risposto un centinaio di attività di ogni settore e dimensione, che nel terzo trimestre del 2022 hanno subito un rincaro dei costi energetici del +185% e delle materie prime del +44%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ecco dunque che il 69% di chi ha risposto dice che aggiornerà il listino prezzi, il 52% che interverrà sull’efficientamento energetico e il 14% che rafforzerà i rapporti tra le filiere (qui erano possibili risposte multiple). Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, il 63% delle imprese dichiara di aver ridotto o prevede di ridurre la temperatura in uffici e stabilimenti. Diverse aziende stanno inoltre rivedendo gli orari (10%) e i turni (11%). A questo proposito anche il ricorso allo smart working, già testato durante la pandemia, viene ritenuto uno strumento valido (17%) insieme al monitoraggio degli sprechi (17%). Tuttavia le imprese romagnole si mostrano “piuttosto resilienti”, si legge nel riassunto delle ricerca: l’82% dichiara di mantenere i programmi di investimento, una piccola parte modificherà i piani iniziali a favore di investimenti sull’autonomia energetica e le fonti rinnovabili, e solo il 5% non intende fare investimenti.

Nelle aspettative per i prossimi mesi, il traino dell’attività è collegato alla creazione di reti di impresa, a regole di sistema che possano stabilizzare il mercato di energia e gas, al mantenimento della qualità dei prodotti e miglioramento dei tempi di consegna e alla tenuta della filiera di fornitura. “Nelle risposte intravediamo, nonostante tutto, una nota positiva che prescinde dal contesto internazionale- fa notare presidente Roberto Bozzi- fiducia nei collaboratori, rapporti consolidati con i clienti e i fornitori, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti sono elementi che fanno sì che le aziende non attendano solo interventi di aiuto esterno ma attingano a forze interne: quella che oggi chiamiamo resilienza. Investimenti, innovazione e ricerca di personale qualificato rimangono parole chiave per i nostri imprenditori nonostante il momento complicato”.

(Agenzia DIRE)

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