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Carlo Tonti: se il Kung Fu parla riminese

Molto più di una tecnica di combattimento. Nelle arti marziali bisogna allenare la mente, oltre al corpo. Prendiamo, ad esempio, il Kung Fu. Oltre alle spettacolari mosse che abbiamo tutti potuto ammirare nei film di Bruce Lee, conosciamo veramente questa disciplina? Capiamo il perché è nata e il suo significato più profondo? Molti di noi certamente no, ma c’è una persona che ha passato diversi anni della propria vita a studiare l’oriente, in particolar modo la Cina, approfondendo la cultura di questo grande paese, la filosofia e le arti marziali che sono nate dall’unione di questi due elementi. Il suo nome è Carlo Tonti, ha 49 anni, e viene da Rimini. Tonti è un grande Maestro di arti marziali, in particolare di Kung Fu, riconosciuto a livello internazionale. Negli ultimi 27 anni, ha abbracciato in toto la cultura orientale, diventandone un fervente sostenitore.

I wu dip seung do i doppi coltelli farfalla

I wu dip seung do, i “doppi coltelli farfalla”

Tonti, come possiamo definire l’Arte Marziale?

«L’arte marziale è solo la conseguenza di un perfetto controllo di tutte le qualità interne ed esterne del praticante. Ciò che invece è più importante nel Kung Fu cinese è la ricerca della immortalità taoista, ovvero la lunga vita, attraverso gli apprendimenti dei Segreti della forza. Nel Kung Fu cinese, ad esempio, il maestro studia le tre arti: Arte Marziale, Medicina tradizionale e le Danze Folkloristiche».

Quando si è avvicinato al Kung Fu?

«Ho iniziato lo studio del Kung Fu cinese, nel 1990 ad Hong Kong, sotto la guida del maestro Cheung Kwok Wah (insieme nella foto di apertura). Mi sono trasferito là, dove ho vissuto per 12 anni, imparando la lingua cinese ed approfondendo sotto di lui le pratiche buddista e taoiste per il controllo e la veicolizzazione dell’energia interna».

Perchè il Kung Fu è tra le arti marziali più conosciute?

«Il Kung Fu è la madre di tutte le arti marziali. A differenza delle altre, non si focalizza sullo studio del combattimento, ma lavora a 360 gradi sulla crescita fisica, energetica e spirituale dell’individuo. Per l’80 % è spirito, il rimanente 20% è tecnica. L’obiettivo è il ritorno all’armonia naturale della natura, pertanto vengono proposti dei modelli imitativi del mondo della natura come i 5 animali ed i 5 elementi: la tigre, il drago, la gru, il leopardo ed il serpente, mentre per gli elementi abbiamo l’acqua, il fuoco, la terra, il legno ed il metallo. Il Kung Fu cinese non ha niente a che vedere con lo sport. È un vero e proprio stile di vita che fonda in sé religione, filosofia, conoscenza del corpo e controllo delle sue funzioni: arte marziale e medicina, dedizione e segreti delle forze».

Tutti possono praticare il Kung Fu?

«La dote principale che viene richiesta è la pazienza, insieme alla pratica costante e quotidiana, cominciando da semplici basi accessibili a tutti: donne e uomini, giovani e anziani».

Tonti insieme allievo diplomato istruttore Darko

Tonti insieme allievo diplomato istruttore Darko

Esistono delle varianti del Kung Fu?

«Sì, il Pak Hok Pai Kung Fu, che significa Kung Fu stile gru bianca. Il Kung Fu tradizionale cinese è anche un’arte marziale, ma è soprattutto una disciplina che coniuga l’educazione fisica e l’abilità di Muovere l’Energia Interna che i cinesi chiamano Chi. Attraverso la disciplina dell’esercizio fisico, che permette di sviluppare abilità e forza, si passa attraverso l’armonia del movimento in maniera tale da creare un perfetto equilibrio tra questi due opposti. Lo scopo del Kung Fu cinese è proprio quello di armonizzare e far convivere gli opposti nel movimento del corpo. Si tratta cioè di creare un ‘culturista’ che si muove con l’armonia e la leggerezza di un ‘ballerino».

Lei è uno dei pochi che insegna questa tecnica in Italia e a Rimini?

«Attualmente rappresento in Europa il Kung Fu stile gru bianca del maestro Cheung Kwok Wah. Ho diversi allievi sparsi per l’Italia, ma quelli che più mi rappresentano appartengono ad una cerchia molto ristretta. A coloro che mi rappresentano sono richieste doti come impegno, costanza e devozione all’arte; dovranno forgiare un corpo forte ed una mente determinata per arrivare a diventare degli artisti marziali completi. Dovranno apprendere oltre alle abilità fisiche e marziali anche il rispetto per le tradizioni e gli anziani, l’umiltà e soprattutto la disciplina».

Negli ultimi anni, sono aumentate le persone che vogliono imparare queste discipline orientali?

«Sì, è aumentato molto l’interesse per queste discipline orientali, anche se ancora non è molto chiaro che cosa sia il Kung Fu per gli occidentali. Molti pensano ad una forma sportiva di combattimento, altri a tecniche di difesa personale, mentre altri ancora a forme alternative di yoga. In realtà, è un percorso che porterà all’evoluzione di corpo, mente e spirito, sottoponendosi ad una rigida ed infinita disciplina che durerà tutta la vita».

Nicola Luccarelli

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