L’associazione Cassa 1840 che raduna azionisti, correntisti e clienti di Banca Carim, ha diffuso un comunicato stampa dopo la cessione della Cassa di risparmio di Rimini al gruppo Credite Agricole – Cariparma:
Apprendiamo dalla stampa l’avvenuta sottoscrizione dell’accordo quadro tra Credit Agricole S.A. attraverso la sua controllata italiana Credit Agricole Cariparma S.P.A., il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – Schema Volontario Cassa di Risparmio di San Miniato S.p.A., Banca Carim e Cassa di Risparmio di Cesena. Tale accordo prevede l’acquisizione da parte di Credit Agricole Cariparma di una partecipazione del 95,30% nelle tre banche (“Accordo Quadro”) ad un prezzo complessivo di Euro 130 Milioni.
Alla luce della sottoscrizione avvenuta si ritiene ormai caduto ogni necessario aspetto di riservatezza sui contenuti di tale accordo quadro, sia nel suo articolato che nei valori delle singole posizioni degli istituti bancari; d’altronde la testata giornalistica “Il Messaggero” (dobbiamo dire molto prima informata rispetto agli azionisti Carim) aveva anticipato parti dello stesso.
Valuteremo il nostro atteggiamento solo dopo che il Consiglio avrà illustrato i contenuti dell’accordo e i dati che hanno portato ai valori attribuiti a Banca Carim.
Al Presidente di Banca Carim possiamo già dire che non siamo soddisfatti del risultato, nella forma e nella sostanza, in particolare:
avremmo voluto che il CdA avesse dimostrato attenzione anche verso gli azionisti; oggi appare purtroppo evidente che gli azionisti che hanno sostenuto l’istituto finanziariamente dagli anni 90 sino al precedente aumento di capitale, e con la sua fidelizzazione alla banca come clienti, hanno consentito di evitare il possibile panico sui depositi Carim, che dunque hanno direttamente e indirettamente contribuito a mantenere la continuità aziendale e l’occupazione, sono visti come UNICI soggetti da sacrificare e dei quali non si è tenuto conto nella trattativa.
Si vorrà ribadire che l’investimento in azioni è un investimento a rischio ma sul punto abbiamo già risposto. Ricordiamo che al contrario di altri, gli azionisti privati di Carim hanno fatto l’investimento quando le regole erano diverse, prima del “Burden Sharing” e “Bail-in”, e che nel lungo lasso di tempo di cambiamento delle regole, dal 2010 in poi, le azioni non hanno avuto mercato e quindi l’azionista è rimasto ostaggio del sistema che oggi ci dice che chi arriva con 194 Milioni paga le azioni a 0,193€ e che eventuali plusvalori futuri saranno di altri.
Da un rapido calcolo la banca viene valutata, ante aumento di capitale, 10 milioni e quindi, come purtroppo temevamo, il valore del’Istituto da 250 milioni è stato bruciato; sono sbagliati i conti di oggi o quelli di ieri?
Il Presidente del Fondo interbancario ha dichiarato alla stampa di aspettarsi un ritorno dall’investimento e Credit Agricole ha dimostrato soddisfazione per l’ acquisizione che accrescerà la sua platea di correntisti e clienti in una fase dove dai primi di ottobre si potranno aumentare i costi delle commissioni.
Tutti soddisfatti? NO, come detto per valutare il comportamento del CdA nell’esercizio della Delega (Presidente siamo certi che si sia accorto che quella delega è stata votata per lo più dai soci istituzionali) aspettiamo di avere a breve i dati che hanno portato ad una così avvilente ricapitalizzazione che, visto il valore attribuito, avrebbe dovuto almeno prevedere il diritto di opzione.
Se, come crediamo, Credit Agricole-Cariparma vorrà confermare la sua disponibilità ad un incontro a breve, noi saremo come sempre presenti e costruttivi; diversamente vorrà dire che il suo progetto industriale non prevede la nostra presenza attiva e ne trarremo le giuste conseguenze.
Come anticipato, appena avremo i dati relativi all’accordo quadro stipulato, convocheremo un incontro con gli azionisti per valutare l’ atteggiamento da tenere nel prossimo futuro.
Per Cassa 1840 – i Coordinatori
Matteo Bartolini
Tiziano Marchi