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Carim, è ancora allarme: senza garanzia pubblica niente salvataggio

La stampa finanziaria aveva lanciato l’allarme il 9 agosto scorso  e oggi Il Sole 24 Ore lo rilancia: senza la conferma delle garanzie dello Stato sui crediti deteriorati, le operazioni di salvataggio delle banche in crisi sono a rischio. Compresa la partita che riguarda le Casse di Risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato. Il quotidiano economico riprende l’argomento dopo che la banca Popolare di Bari, che già l’ scorso anno aveva effettuato un’operazione di cartolarizzazione dei crediti “non performanti” (Npl) da 480 milioni, ha annunciato «una ulteriore operazione di cartolarizzazione per un importo di circa 350 milioni, per la quale, replicando la cessione del 2016, intende avvalersi della Garanzia dello Stato».

«Sempreché, però – chiosa Marco Ferrando – la Gacs ci sia ancora». E aggiunge: «Secondo i calcoli de Il Sole, circa 38 miliardi di Npl attualmente in fase di avvicinamento al mercato vedono la Garanzia pubblica come uno degli elementi portanti, al punto che una mancata conferma potrebbe pesantemente mettere in discussione la stessa cartolarizzazione».

Sempre secondo il giornale, sommando tutte le operazioni di salvataggio in corso, a questo punto ci sarebbero «circa 38 miliardi di Npl attualmente in fase di avvicinamento al mercato che vedono la Garanzia pubblica come uno degli elementi portanti, al punto che una mancata conferma potrebbe pesantemente mettere in discussione la stessa cartolarizzazione».

La Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS) deve infatti essere ancora confermata innanzi tutto per l’operazione più corposa, il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena: 26 miliardi da cartolarizzare dall’autunno in poi, parte dei quali avranno bisogno della garanzia del ministero del Tesoro.

Ma c’è anche un’altra partita secondo Il Sole 24 Ore «tuttora apertissima, quella del salvataggio delle Casse di Cesena, Rimini e San Miniato, su cui c’è l’offerta di Agricole Italia ma i conti non tornano ancora. Anche qui c’è da rabboccare il capitale a valle delle svalutazioni sui crediti deteriorati (3,2 miliardi), ma la coperta è corta e un eventuale venir meno delle Gacs renderebbe ancora più difficile trovare i 250 milioni che mancano per coprire la maxi tranche mezzanina da 650 milioni, che si affianca a quella junior da 170 e quella senior, “gacsata”, da 480».

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