Il governo ha deciso: Teo Luzi è il nuovo comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. A metà gennaio darà il cambio a Giovanni Nistri al termine del suo incarico triennale. Luzi, generale di corpo d’armata, è oggi capo di stato maggiore della Benemerita e corona 42 anni di carriera. Avrà un compito enorme: ripristinare l’orgoglio, l’entusiasmo e il senso di apparteneza a una forza di polizia militare dalla gloriosa storia bicentenaria ma attraversata da derive e criticità drammatiche. Dalla morte di Cucchi allo scandalo di Piacenza.
Il ritratto
Nato a Cattolica (Rn) il 14 novembre 1959, sposato con una figlia, Luzi è da sempre considerato un militare tutto d’un pezzo ma con la bonomia tipica dei romagnoli. Carabiniere fino al midollo, rapporti eccellenti con i colleghi delle forze armate e di polizia, entra all’accademia militare di Modena nel 1978 e ne esce primo del corso: un predestinato. Con uno stile però riservato, cordiale e affettuoso ma poco incline alla visibilità. Generoso di carattere, fisico imponente, da giovane ufficiale era soprannominato Batman: un eroe buono, insomma. Si fa le ossa al provinciale di Roma per un decennio, comanda Savona e Palermo, guida i principali reparti del comando generale e approda al timone dello Stato maggiore. La centrale di comando dei 100mila carabinieri, un lavoro H24-7/7 come si dice in gergo. La designazione del comandante dell’Arma avviene su proposta del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, di concerto con il titolare dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Sole 24ore