L’articolo di Giuseppe Chicchi su Chiamamicittà.it fa emergere il pensiero politico di una persona e di un amministratore che io personalmente ho sempre stimato sulla attuale storia politica del nostro Paese e del PD. Sulle sue valutazioni politiche ci sarà modo di tornare, ma a circa 40-50 giorni dalle elezioni, ‘sparare alzo zero’ su chi ha cercato di cambiare la storia dl nostro Paese e della Sinistra (Centro-Sinistra) non appare ‘saggio’.
La nascita di questa nuova Sinistra, ancora per molta parte legata a ideologie del passato ormai superate storicamente, non fa che rendere più difficile la battaglia elettorale. Il pensiero politico è “facciamo fuori Renzi, un leader perdente” (e di destra ?) e poi riprendiamoci il Partito e ripartiamo.
Ma così non sarà. Queste posizioni a mio parere irragionevoli e con una vena di integralismo culturale, renderanno il cammino futuro lungo e difficile per la Sinistra. A meno che il PD non vinca la competizione elettorale: risultato possibile ma molto difficile.
Giuseppe Chicchi ha ricordato tutte le battaglie ‘perse’ da Matteo Renzi, ma ha dimenticato di sottolineare i buoni risultati ottenuti nei tre anni di Governo e soprattutto il fatto che il 70-80% degli iscritti al Partito Democratico e degli elettori delle Primarie lo ha votato. Forse che questo 70-80% non ha considerato i risultati elettorali recenti o l’esito del Referendum Costituzionale?
No, invece. Lo ha fatto e ha scelto come Segretario Matteo Renzi. Ora questo 80% è tutto da buttare, da regalare alla destra o al centro del centro destra? Ma non sarebbe stato meglio fare assieme la stessa battaglia per sconfiggere Berlusconi e Salvini e i Populismi? Perché forse i leader della Sinistra precedenti, Prodi, D’Alema, Veltroni, Bersani, non hanno anche loro una storia di sconfitte e di mediazioni politiche con il Centro? Stefano Giannini le ha più volte sottolineate. Ma questi episodi politici di critiche, si crede da sinistra, sul piano nazionale fanno parte di vecchi copioni già visti in passato . Ma avremo modo di tornare su questi problemi durante la campagna elettorale.
Alberto Ravaioli