Parole parole parole…
Non è mai stato facile essere tifosi del Rimini, ma ci sono periodi in cui diventa davvero una sorta di professione di fede.
Veniamo da una stagione che definire scoraggiante è dir poco. Polemiche difficoltà e alla fine anche una illusoria salvezza che apriva le porte alla parte estiva della vicenda.
Quella parte in cui tra tanto parlare e discutere, sembrava si fosse, finalmente, riusciti ad imboccare una strada diversa. Una strada fatta di meno parole e più concretezza.
Sembrava. In effetti a qualcuno già era arrivata qualche avvisaglia, ma fino a martedì scorso pareva ci si potesse lasciar andare al tepore natalizio senza sussulti e con un minimo di tranquillità, dettata anche dalla prima posizione pur se riacciuffata quasi per caso nell’ultima giornata.
Il valzer delle parole lo apre il patron Grassi, che prima di arrivare agli auguri si lancia in quello che lui stesso descrive come “un tirare le somme di quattro mesi vissuti in biancorosso”.
Recuperati i rapporti con il cuore pulsante della tifoseria, buoni rapporti coi media, rapporti con l’ imprenditoria locale migliorabili…
Però, per migliorare ed incrementare la partecipazione attiva di potenziali partner o sponsor, serve lo stadio.
La gestione piena era parte del progetto, a detta di Grassi, ma l’amministrazione rifugge gli impegni presi. E non mancano particolari vari a condire il tutto.
Non si fa attendere la replica dell’Amministrazione comunale che ribatte punto su punto, rimarcando anche i giudizi espressi da Grassi sullo zoccolo duro della tifoseria, la curva.
Il tutto proietta un’ ombra farsesca sull’intera questione. Mentre i tifosi, ormai stanchi di masticare amaro, spiazzati e colti di sorpresa da questo inatteso fiume di parole, non sanno più a quale delle due parti accordare fiducia piena.
In questo clima arriva oggi il comunicato dei Red White Supporter, a sua volta duro e poco diplomatico, ma contenente, a mio modo di vedere, il buon senso e lo spirito pratico che la questione richiede a tutte le parti in campo, se si vuole arrivare ad un epilogo positivo di tutta la vicenda.
Non sempre condivido gli scritti e le posizioni assunte dai ragazzi della curva. Ma stavolta, pur non ritrovandomi per indole in talune espressioni un po’ pesanti, un tifoso del Rimini difficilmente potrà non riconoscersi nel malumore e nella delusione che trasudano da questo comunicato.
Tutti hanno mal digerito – e in tanti non l’hanno ancora digerita per nulla – l’ Eccellenza come categoria da cui ripartire. Ma la solidità, la serietà e la volontà di portare avanti il tutto da parte dell’Amministrazione e della nuova società in funzione di questo progetto, inedito per Rimini, stavano facendo effetto.
Proprio quando la situazione si stava normalizzando, quel “Si può mettere una pietra sopra a questo progetto” sommato al “Ma se sei tu che sfuggi” non ci volevano. Tutto torna in discussione.
Parole parole parole: perfino Mina avrebbe avuto difficoltà a mettere in musica il volume di parole che abbiamo letto in questi giorni. Ma quelle più vere e più sentite stavolta uscite dalla penna dei tifosi biancorossi.
Forza Rimini ed ecco in versione (quasi) integrale il comunicato dei ragazzi della curva:
“Abbiamo sentito le due campane, adesso parliamo noi. State veramente abusando della nostra pazienza. Vi siete presi, vi siete piaciuti, vi siete sposati e state litigando in viaggio di nozze. E la cosa più grave è che volano gli stracci pubblicamente, il che vuol dire sulla pelle dei tifosi ormai martoriati da anni di vicende insulse come questa”….”Avete l’indecenza di presentarvi dopo le comparsate estive con teatrini invernali tragicomici: uno ha i numeri di cellulare ma non telefona per discrezione, gli altri telefonano ma la controparte non possiede il cellulare. Poi sui giornali vengono rese pubbliche anche le vostre conversazioni riservate e sconvenienti, colpi bassi che naturalmente tirano la curva per la giacchetta da una parte o dall’altra (ma sappiamo in fondo di non piacere a nessuno dei due… e il sentimento anche per quello che ci state facendo ancora una volta vedere è reciproco).
Il punto ora è il Rimini e solo il Rimini. Ma è così che il pubblico amministra e imposta l’inizio di una nuova gestione? E’ così che si gestisce una società di calcio? Ci chiediamo fino a che punto volete rendervi ridicoli. …Sarebbe questo il progetto scelto sulla base di parametri di serietà, sostenibilità, trasparenza, durata (3 mesi…) nel “bando” estivo? E sarebbe questo il nuovo calcio possibile? Un mese fa vi avevamo chiesto chiarimenti: siete stati anche troppo espliciti. Adesso fate una cosa: chiudetevi in una stanza, risolvete i problemi DEL RIMINI, trovate un accordo su questa benedetta gestione dello stadio che è chiaro a tutto il mondo ormai essere vitale. E solo dopo presentate la vostra faccia alla città perché non vi si può davvero più né vedere né ascoltare”.
Emanuele Pironi